Sguardi - a cura della redazione

21.04.2013 06:42

- Il Venezuela nel limbo. Alle presidenziali del 14 aprile ha vinto di misura Nicolas Maduro, il delfino di Chavez. Il candidato dell'opposizione ha denunciato brogli. (Catalina Lobo-Guerrero, Semana, Colombia - Internazionale n. 996/2013)

- (Venezuela) Presidente debole. "Nicolas Maduro ha vinto e per ora sarà il presidente del Venezuela fino al gennaio del 2019. Il paese, però. è spaccato a metà. La differenza tra i due candidati è stata minima, una vittoria di Pirro causata dall'abuso sfacciato e vergognoso delle risorse pubbliche a favore di Maduro. Considerando le denunce di irregolarità avanzate da Henrique Capriles, direi che la vera maggioranza popolare non è quella indicata dal Consejo nacional electoral (Cne). (...)". (T. Petkoff, TalCual, Venezuela - Internazionale n. 996/2013)

- (Venezuela) Un successo per il Sudamerica. "Nicolas Maduro sarà presidente fino al 2019. Il suo partito è riuscito a rimanere al governo quindici anni dopo la prima vittoria di Hugo Chavez nel 1998. Anche se di misura, l'opinione della maggioranza dei venezuelani ha coinciso ancora una volta con i desideri dei due paesi più grandi della regione: le forze al governo in Argentina e in Brasile volevano innanzitutto che Maduro fosse il candidato del chavismo e poi che vincesse le elezioni. Hanno ottenuto tutte e due le cose. (...)" (M. Granovsky, Pagina 12, Argentina - Internazionale n. 996/2013)

- (Venezuela) La priorità di Maduro dev'essere l'economia. Il nuovo presidente eredita una situazione difficile. Penuria alimentare, iperinflazione e deficit pubblico in aumento. (José Casado, O Globo, Brasile - Internazionale n. 996/2013)

- Anche la Germania ha i suoi populisti antieuro. Tornare al marco e alle certezze di una volta: sono gli obiettivi del nuovo partito "Alternativa per la Germania". Che punta a sovvertire gli equilibri politici in vista del voto di settembre. (Thorsten Schmitz, Suddeutsche Zeitung, Germania - Internazionale n. 996/2013)

 

 

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