Progressi nella lotta alle mutilazioni genitali (Misna)
Sono oltre 125 milioni nel mondo le bambine, le ragazze e le donne che sono state sottoposte a mutilazioni genitali: lo calcola uno studio del Fondo dell’Onu per l’infanzia (Unicef), secondo il quale però nella lotta contro questa pratica in diversi paesi dell’Africa negli ultimi 20 anni sono stati compiuti progressi.
Secondo il rapporto, fondato sulla raccolta di dati in 29 tra i paesi dell’Africa, dell’Asia e del Medio Oriente più colpiti dal fenomeno, in Kenya e in Tanzania il rischio che una ragazza sia sottoposta a mutilazioni genitali si è ridotta di ben tre volte. Dimezzate le possibilità anche in Benin, Repubblica centrafricana, Iraq, Liberia e Nigeria. Resta invece difficile la situazione in Somalia, Guinea, Gibuti ed Egitto, paesi dove la diffusione della pratica oscilla ancora tra il 98 e il 91%.
Le mutilazioni genitali femminile sono state messe al bando da una risoluzione approvata a dicembre dall’Assemblea generale dell’Onu. Nel testo, presentato e promosso dal gruppo dei paesi africani, la pratica è definita “una violazione dei diritti umani” e si esortano tutti gli Stati a contrastarla anche attraverso leggi.