da agenzia Misna (30 luglio 2013) - 1 -

30.07.2013 14:32

1) (Zimbabwe) Campagna conclusa, manca il registro elettorale

Si è conclusa da poche ore, alle 6.59 di questa mattina, la campagna elettorale per il voto di domani con gli ultimi comizi del presidente uscente Robert Mugabe e del primo ministro Morgan Tsvangirai. Ma alla vigilia dello scrutinio hanno espresso “grave preoccupazione” per le condizioni di organizzazione del voto gli osservatori delle Comunità di sviluppo dell’Africa australe (Sadc). “Il registro elettorale non è stato ancora pubblicato eppure si tratta del documento più importante” ha detto Bernard Membe, il ministro degli Esteri della Tanzania a capo della missione della Sadc, aggiungendo che “non è documento top secret: va reso disponibile in modo che la gente possa verificare il proprio nome e sapere il luogo dove andare a votare”.

Con toni più duri il Movimento per il cambiamento democratico del primo ministro Tsvangirai (Mdc-T) ha annunciato un’azione legale contro la Commissione elettorale dello Zimbabwe (Zec) per ottenere una copia delle liste degli aventi diritto. “A meno di un giorno dal voto nessun partito politico in Zimbabwe, eccezione fatta forse dello Zanu-Pf, ha una copia del registro finale degli elettori. I nostri avvocati hanno avviato un’azione legale” ha dichiarato il segretario generale dell’Mdc-T, il ministro delle Finanze uscente Tendai Biti. Il mese scorso l’organizzazione non governativa ‘Research and Advocacy Unit aveva denunciato il fatto che il registro includesse un milione di persone decedute o stabilite all’estero così come 100.000 cittadini di più di 100 anni di età. L’Mdc-T sospetta che questi “elettori fantasma” possano essere utilizzati a favore di Mugabe e ne chiedono la soppressione dai registri.

Durante l’ultimo comizio elettorale tenuto ad Harare in presenza di 30.000 persone, Tsvangirai si è detto “certo della vittoria” di fronte all’89enne Mugabe, al potere da 33 anni, invitandolo a “ritirarsi e a godersi la pensione nella pace e nel confort della regione di origine”. Con un cartello rosso in mano con lo slogan “89…90 Game over” (Il gioco è finito), i sostenitori del primo ministro hanno acclamato il leader politico di opposizione sulla simbolica piazza della Libertà, luogo delle violenze elettorali del 2008 ai danni dei membri dell’Mdc. “E’ una scelta tra un passato oscuro e un futuro migliore, tra la regressione e la ripresa, tra l’autoritarismo e un governo democratico” ha insistito il 61enne Tsvangirai, secondo cui si tratta “non solo di una scelta politica ma anche generazionale”.

Dal canto suo la presidente della Zec Rita Makarau ha assicurato che l’organismo elettorale “è pronto per domani con le schede di voto, il registro degli aventi diritto e altro materiale elettorale consegnati in tutte le province”. Domani, a partire dalle 7 (ora locale) circa 6,4 milioni di elettori sono attesi alle urne in 9735 seggi in cui lo scrutinio sarà monitorato da più di 11.700 osservatori. Il voto del 31 luglio segnerà la fine del governo di unità nazionale nato dall’esigenza di superare la crisi elettorale e le violenze di cinque anni fa.

2) (Nigeria) Kano: esplosioni a catena a firma di Boko Haram

Sono 12 le vittime accertate, ma potrebbero essere più di 29, e decine i feriti di esplosioni a catena che ieri notte hanno colpito un quartiere a maggioranza cristiana di Kano, principale città della Nigeria settentrionale. Lo ha riferito il quotidiano locale Vanguard, precisando che la zona di Sabon Gari è molto frequenta nelle ore serali poiché ospita numerosi ristoranti e bar all’aria aperta. In base ai primi bilanci, i morti erano sei cosi come i feriti. In tutto quattro esplosioni a pochi minuti di distanza l’una dall’altra sono state segnalate a partire dalle 21.12 (ora locale). Il portavoce della task force militare, il capitano Ikedichi Iweha , ha invitato la popolazione “alla calma”, assicurando che l’area è già stata “interamente cordonata da soldati pesantemente armati”.

Il reportage pubblicato dal Vanguard ha confermato che sul posto “regna un clima di confusione” e che “alte colonne di fumo e polvere hanno avvolto per ore” il quartiere di Sabon Gari, già colpito lo scorso marzo con un attentato-suicida che aveva causato 41 morti. Oltre ai bar sono state pesantemente danneggiate diverse abitazioni e una piccola chiesa.

Le autorità locali hanno attribuito la responsabili degli attacchi alla setta estremista di Boko Haram, che ha le sue basi nel nord del paese. Il gruppo armato radicale, attivo dal 2009, intende imporre la legge islamica in tutto il paese e rovesciare Goodluck Jonathan, un presidente originario del sud per lo più cristiano della Nigeria. Gli attentati di ieri sono stati messi a segno mentre è in corso da settimane una vasta operazione militare nelle regioni del nord roccaforte del gruppo armato. Poche ore fa l’esercito di Abuja ha annunciato l’arresto di 42 presunti membri di Boko Haram negli Stati di Lagos e Ogun.

3) Brevi dall'America Latina

COLOMBIA – Sarebbe ormai imminente il rilascio dell’ingegnere canadese sequestrato sei mesi fa dai guerriglieri dell’Eln. In una nota diffusa via Internet, il gruppo armato ha riferito che l’azienda Braewal Mining Corporation, per cui lavora l’ostaggio, sarebbe pronta a restituire due concessioni di sfruttamento: “Un gesto di buona volontà – afferma l’Eln – che avvicina la liberazione di Jernoc Wobert”.

BOLIVIA – Il più che probabile ritorno alla presidenza del Cile della socialista Michelle Bachelet, favorita al voto di novembre, porterà a una soluzione diplomatica sulla storica rivendicazione di un accesso al mare da parte di La Paz: lo ha detto Eduardo Rodríguez Veltzé, ex presidente boliviano e ambasciatore presso la Corte internazionale di giustizia dell’Aia, ricordando il dialogo bilaterale intrapreso durante la presidenza Bachelet, interrotto con il suo successore.

PARAGUAY – Oltre 10.000 scuole hanno sospeso le lezioni aderendo a uno sciopero convocato a oltranza dal sindacato dei docenti Fep per chiedere miglioramenti salariali e contributivi. Per tutta risposta il ministero dell’Istruzione ha presentato alla magistratura una richiesta di verifica della legittimità dell’astensione, definendo lo sciopero “un danno irreversibile” per cui i docenti rischiano di pagare “gravi conseguenze”.

CILE – Sono tre i soldati rimasti uccisi per cause ancora da definire durante un addestramento della Marina nella zona di Laguna Verde, a Valparaíso (centro). La Marina si è limitata a parlare di un “incidente” avvenuto “mentre si effettuava un esercizio di demolizione sott’acqua con l’utilizzo di esplosivo nel settore della Caleta Hornillos”.

REP. DOMINICANA – Decine di piccoli e medi commercianti del centro di Santo Domingo hanno marciato fino al Palazzo nazionale per protestare contro l’espansione dei negozi di proprietà di cittadini cinesi accusati di concorrenza sleale. “Non pagano il fisco, non pagano le imposte alla dogana, non pagano i contributi ai loro impiegati” ha detto Iris Espinal rappresentante dei negozianti della popolosa zona di Villa Consuelo, dove solo nell’ultimo anno cittadini cinesi hanno aperto 70 negozi.

4) (Sudan) Darfur: si aggrava bilancio violenze tra comunità rivali

Negli ultimi giorni almeno 128 persone sono rimaste uccise in nuovi scontri tra due comunità rivali della regione occidentale, combattuti tra esponenti dei Misserya e dei Salamat all’est della località di Garsila, nel Darfur centrale. I precedenti bilanci accertavano la morte di 94 persone. Secondo un capo dei Misseriya, Ahmed Khiri, le vittime di questa comunità sarebbero 28 mentre 100 uomini del gruppo rivale sarebbero rimasti uccisi.

Ma i numeri sono già stati contestati dai Salamat che sostengono di aver perso 52 combattenti. Ottenere bilanci indipendenti è pressoché impossibile, in una zona remota, già teatro da mesi di crescenti violenze. Lo scorso aprile, secondo l’Onu, più di 50.000 persone sono scappate dalla regione per rifugiarsi nel vicino Ciad.

I due gruppi si accusano a vicenda per la ripresa degli scontri che ipotecano l’accordo di pace firmato lo scorso 3 luglio a Zalinguei. L’intesa prevede il pagamento di un indennizzo alla parte rivale e il ritorno dei rifugiati.

Intanto da un’altra zona molto instabile del Sudan, quella del Sud Kordofan, giunge la notizia della morte di nove bambini, di età compresa fra tre e 14 anni, uccisi nell’esplosione di un ordigno sepolto sotto terra nei pressi del villaggio di Cham Chaka, a sud-est di Abu Kershola. L’episodio è stato confermato dal sito d’informazione locale Nuba Reports. Il Sud Kordofan è una regione di frontiera teatro di un conflitto tra l’esercito di Khartoum e i ribelli dell’Esercito di liberazione popolare del Sudan-Nord (Splm-N).

5) (Pakistan) Mamnoon Hussain nuovo Presidente

Mamnoon Hussain, candidato dello schieramento del primo ministro Nawaz Sharif – la Pakistan Muslim League-Nawaz (Pml-N) – è stato eletto oggi nuovo presidente del Pakistan, in base a risultati provvisori annunciati dalla tv di Stato.

A votare per designare il successore Asif Ali Zardari, il cui schieramento – il Pakistan People’s Party (Ppp) ha boicottato l’elezione – sono stati oltre un migliaio di membri del parlamento nazionale e delle assemblee legislative di quattro province. Ognuna di queste ultime disponeva dello stesso numero di voti in occasione dello scrutinio.

Inizialmente prevista il 6 agosto, la votazione è stata anticipata a oggi dalla Corte Suprema, una decisione contestata dal Ppp, partito passato all’opposizione dopo la sconfitta alle legislative di maggio che hanno visto l’affermazione della Pml-N.

Con il boicottaggio del Ppp, a cui si sono unite diverse rinunce, mentre altre sono state respinte, restavano in lizza solo due candidati, Hussain e l’ex giudice della Corte suprema Wajihuddin Ahmed del Tehreek-e-Insaf, che fa capo all’ex campione di cricket Imran Khan.

6) (Argentina) Nuovo capo esercito accusato di arricchimento illecito

Arricchimento illecito: è l’accusa formulata a carico del comandante in capo dell’esercito designato, il generale César Milani, dopo che un’emittente televisiva ha segnalato un aumento irregolare del suo patrimonio negli ultimi anni. Il generale avrebbe acquistato nel 2010 un immobile del valore di due milioni di pesos (circa 280.000 euro), nonostante ne guadagni mensilmente 14.000 (2000 euro).

Sempre la stessa emittente, El Trece, ha rivelato che Milani partecipò alla ‘Operación Independencia’, la persecuzione armata contro l’Esercito rivoluzionario del popolo (Erp); è stato accusato anche di aver fatto parte del Battaglione 601 dell’Intelligence dell’esercito durante l’ultima dittatura (1976-1983) e di aver agito a favore dei ‘carapintadas’ (militari insorti) durante la loro sollevazione fra il 1987 e il 1990.

L’alto ufficiale è stato designato a giugno capo dell’esercito dalla presidente, Cristina Fernández de Kirchner, ma la sua nomina – contestata, tra gli altri, dal ‘kirchnerista’ Centro di studi legali e sociali (Cels) e dal Nobel per la Pace Adolfo Pérez Esquivel – non è stara ancora ratificata dal Senato.

Alla denuncia per arricchimento illecito si è arrivati su iniziativa della deputata dell’opposizione Elisa Carrió. Milani si è per ora difeso con una dichiarazione giurata all’Ufficio anticorruzione in cui ha spiegato che per acquistare il nuovo immobile è stato costretto a vendere quello vecchio. Ciononostante, la vendita della sua precedente residenza è stata registrata sei mesi dopo l’acquisto della nuova. Inoltre Milani non ha spiegato come sia riuscito ad acquistare, negli ultimi tre anni, anche due automobili.