da agenzia Misna (29 luglio 2013)

29.07.2013 16:31

1) Brevi dall'Africa

SUDAN – A meno di un mese dalla tregua, sono tornate a scontrarsi le due comunità rivali dei Misserya e dei Salamat nel Darfur centrale, all’ovest del paese. Nelle violenze durate 48 ore almeno 94 persone sono rimaste uccise, ma i bilanci diffusi non precisano il numero delle vittime per ogni parte. I due gruppi si accusano a vicenda per la ripresa degli scontri che ipotecano l’accordo di pace firmato all’inizio del mese a Zalinguei.

NIGERIA – Un gruppo di 20 civili membri della Forza congiunta di Maiduguri, un gruppo di autodifesa composto per lo più da pescatori e commercianti, è stato ucciso da esponenti della setta estremista di Boko Haram. Negli scontri, che si sono verificati nel villaggio di Dawashe, nello Stato di Borno (nord), dove il gruppo pro-governativo aveva lanciato un’offensiva contro Boko Haram un’altra decina di persone è rimasta ferita.

SOMALIA – Un civile somalo e un poliziotto turco sono stati uccisi, e altri tre agenti turchi feriti nell’attentato-suicida che sabato pomeriggio ha colpito la sede diplomatica di Ankara a Mogadiscio. L’attacco è stato rivendicato dai miliziani islamici di Al Shabaab. La Turchia è uno dei paesi che negli ultimi tempi ha dimostrato crescente interesse per le potenzialità del mercato locale, intessendo solide relazioni con le autorità somale sul piano della cooperazione e degli investimenti.

CENTRAFRICA – Una profonda riforma dell’esercito nazionale che comincerà dal nome: lo ha promesso il presidente di transizione, l’ex capo ribelle Michel Djotodia, annunciando la nascita dell’Esercito repubblicano del Centrafrica (Arc) che subentrerà alle Forze armate centrafricane (Faca). A quattro mesi dal colpo di stato che ha destituito l’ex capo di stato François Bozizé, le nuove autorità non sono ancora riuscite a ristabilire l’ordine e la sicurezza ai quattro angoli del paese. “Insieme dobbiamo ricostituire un nuovo esercito che sarà forte. Verranno integrati gli elementi della Seleka (la ribellione che ha preso il potere, ndr)” ha detto Djotodia. La società civile ha avvertito del rischio di integrare nell’esercito uomini che non sono militari di professione e che sono responsabili di “gravi crimini”. Le Faca, istituite nel 1960, sono sempre state carenti dal punto di vista istituzionale e militare; gli effettivi sono passati da 8000 prima del colpo di stato a solo un migliaio di uomini oggi.

SUDAFRICA – Si chiama “Combattenti per la libertà economica” (Economic Freedom Fighters, Eff) il nuovo partito ufficialmente lanciato nel fine settimana dal 32enne leader politico Julius Malema, escluso nel 2012 dall’African national congress (Anc). Secondo media e osservatori il progetto politico di Malema, che era stato annunciato il mese scorso, è un tentativo del controverso ex presidente della Lega giovanile dell’Anc di riaffacciarsi sulla scena politica dopo l’espulsione dal partito al potere e l’incriminazione per riciclaggio in relazione ad alcune gare d’appalto sospette.

2) (Togo) Legislative: maggioranza al partito al potere, l'opposizione contesta

Ha ottenuto la maggioranza assoluto in parlamento, con 62 seggi su 91, l’Unione per la Repubblica (Unir), il partito del presidente Faure Gnassinbgé, ma i risultati ufficiali provvisori diffusi in serata dalla Commissione elettorale (Ceni) sono già stati bollati dall’opposizione come una “farsa elettorale”. Al secondo posto, con 19 seggi, c’è il Collettivo Salviamo il Togo (Cst, opposizione), seguito dalla coalizione Arcobaleno con sei deputati. In parlamento siederanno anche tre deputati dell’Unione delle forze di cambiamento (Ufc), dello storico oppositore Gilchrist Olympio alleato con il potere da alcuni anni, e un rappresentante di ‘Sursaut’, il partito di Kofi Yamgnane. A questo punto i risultati devono essere convalidati dalla Corte costituzionale dopo l’esame di eventuali ricorsi.

Alcuni candidati di opposizione, tra cui l’ex primo ministro Agbéyomé Kodjo e il Cst, hanno denunciato diversi casi di irregolarità e frodi in alcune zone dell’ex colonia francese, dove sarebbero stati allestiti seggi elettorali fittizi e dove, in qualche seggio le urne contenevano più schede che aventi diritto iscritti nelle liste.

Per gli osservatori dell’Unione Africana (UA) e della Comunità economica dei paesi dell’Africa occidentale (Cedeao/Ecowas) le legislative si sono svolte “in condizioni globalmente accettabili”. Per il capo della diplomazia dell’Unione Europea (UE), Catherine Ashton, il voto del 25 luglio ha segnato “una nuova tappa lungo la strada del rafforzamento della democrazia in Togo”, con un plauso particolare “per il senso civico dimostrato dalla popolazione andata a votare in modo massiccio e nella calma”. Secondo i dati ufficiali l’affluenza è stata del 65,79% dei 3,1 milioni di aventi diritto. Il giorno del voto è stato contrassegnato da momenti di tensione, in particolare in alcuni quartieri di Lomé, la capitale, storicamente vicini all’opposizione ma senza che si verificassero incidenti significativi.

Dopo l’indipendenza dalla Francia, ottenuta nel 1958, il Togo è stato di frequente teatro di violenze politiche. Dal 1967 al 2005 il paese è stato guidato da Gnassingbé Eyadéma, padre dell’attuale capo dello Stato.

3) (Perù) Humana difende "legge del servizio civile"

“Il governo deve difendere l’interesse nazionale, anche nei confronti di settori minoritari che vi si oppongono”: lo ha detto nel fine-settimana il presidente Ollanta Humala nel suo discorso al parlamento in occasione del 192° anniversario dell’indipendenza del Perù, in una Lima sotto lo stretto controllo delle forze dell’ordine per impedire manifestazioni di protesta.

“Credo che sia importante che la gente esca a manifestare pubblicamente le proprie posizioni ma senza violenza” ha aggiunto Humala riferendosi alle mobilitazioni di piazza contro la cosiddetta ‘legge del servizio’ civile. Una nuova normativa tesa, almeno sulla carta, a ridurre la burocrazia nella pubblica amministrazione, osteggiata da numerosi settori che temono soprattutto licenziamenti di massa.

A guidare il fronte del ‘no’ alla nuova legge c’è Mario Huamán, segretario del principale sindacato nazionale, la Confederacion General de Trabajadores del Peru (Cgtp): a Humala, che al Congresso ha difesa un’iniziativa a suo dire diretta a promuovere “la meritocrazia e la professionalizzazione del settore pubblico”, Huamán ha replicato chiedendo la cancellazione della nuova legge e l’aumento del salario minimo fino all’equivalente di circa 200 euro mensili.

L’agitazione sociale giunge mentre la popolarità di Humala, un ex militare di 51 anni, subisce un drastico crollo: a luglio, secondo un sondaggio dell’Ipsos, è scesa al 33%. In questo contesto, medici, infermieri e analisti di laboratorio sono in sciopero per esigere aumenti salariali.

4) (Siria) Governo annuncia presa quartiere strategico di Homs

Il governo siriano ha annunciato oggi la conquista di un quartiere strategico di Homs, terza città del paese e tra i simboli della ribellione al presidente Bashar al-Assad: l’operazione giunge al termine di un’offensiva prolungatasi un mese e conclusa con un successo militare per Damasco.

Già il 5 giugno le forze lealiste avevano preso Quasayr nella provincia di Homas, controllata dai ribelli per oltre un anno e caduta anche grazie al contributo degli Hezbollah libanesi. Nel fine-settimana è caduto il quartiere di Khaldiyé che i ribelli occupavano dalla fine del 2011 e i soldati governativi avrebbero ormai davanti a loro solo sporadiche zone ancora sotto controllo nemico prima di riprendere la città.

Sempre sul terreno, sebbene le notizie restino difficili da verificare attraverso fonti indipendenti, i ribelli sarebbero invece avanzati di recente verso il nord della provincia di Aleppo, prendendo la località di Khan al-Assal, e a sud nella provincia di Dera.

Ieri l’opposizione riunita nella Coalizione nazionale siriana ha peraltro condannato quella che, secondo documentazione video, “appare essere l’esecuzione collettiva di un certo numero di soldati” fatti prigionieri dai ribelli nella battaglia per Khan al-Assal. Secondo l’Osservatorio siriano per i diritti umani almeno 150 militari governativi sono rimasti uccisi nei combattimenti; di questi una cinquantina sarebbero stati vittime di una rappresaglia mirata sulla quale la Coalizione ha annunciato la creazione di una commissione d’inchiesta.

5) (Colombia) Governo torna a escludere un cessate-il-fuoco con le Farc (Misna)

Il governo non firmerà un cessate-il-fuoco con le Farc (Forze armate rivoluzionarie della Colombia) fino a quando non si raggiungerà un accordo definitivo per porre fine al conflitto; una guerra per cui la guerriglia “dovrà rispondere”.

Così l’ex vice-presidente e capo negoziatore dell’esecutivo allo storico processo di pace con le Farc, Humberto de La Calle, si è espresso all’avvio del 12° ciclo di colloqui nel fine-settimana all’Avana.

La tensione a Cuba è palpabile: nelle ultime tre settimane, mentre i negoziati erano in pausa, la guerriglia si è resa responsabile di diverse azioni, la più clamorosa il 20 luglio, nell’anniversario dell’indipendenza, quando ha ucciso 19 soldati in diverse imboscate nel dipartimento nord-orientale di Arauca.

“Molti colombiani non capiscono il fatto che si continui a dialogare mentre gli attacchi dei gruppi armati continuano…La volontà del governo è porre fine alla guerra, non prolungarla” ha aggiunto de La Calle.

Da parte sua la delegazione delle Farc ha riavviato il dialogo insistendo su un altro argomento di attualità, la prolungata protesta dei ‘campesinos’ della regione del Catatumbo che chiedono sussidi e aiuto allo Stato a fronte di una situazione endemica di povertà e mancato sviluppo. La delegazione ribelle ha protestato per il “trattamento infame” che a loro dire il governo sta riservando “alle giuste proteste contadine”. Al governo, ha dichiarato un portavoce, “non interessa difendere il contadino povero, ma i sacrosanti diritti del capitale”.