Brevi dal mondo (Misna, 2 settembre 2013)

02.09.2013 09:50

- L'Africa nuova frontiera degli smartphone.

In Africa le vendite di smartphone stanno aumentando esponenzialmente: l’ultima conferma arriva da George Ferreira, vice-presidente della divisione sub-sahariana del colosso sud-coreano Samsung.

In un’intervista alla rivista Africa Report, il dirigente sostiene che nell’ultimo anno le vendite per il modello di punta di Samsung si sono “triplicate”. “Nel 2015 – prevede Ferreira – supereremo il traguardo dei 10 miliardi di fatturato”. Per aggirare tariffe doganali, dice ancora il dirigente, Samsung intende aprire fabbriche per l’assemblaggio degli smartphone in diversi paesi sub-sahariani “nei prossimi tre o cinque anni”.

A confermare come i colossi mondiali delle tecnologie della comunicazione stiano puntando sul continente, in particolare sui paesi dove sta emergendo una classe media di qualche consistenza, sono nuovi modelli commercializzati a prezzi sempre più concorrenziali. A giugno il colosso americano Intel ha messo in vendita in Kenya uno smartphone che costa l’equivalente di 125 dollari. A febbraio sul mercato era arrivato Huawei 4Africa, un modello cinese pensato appositamente per il continente. Secondo Ferreira, è probabile che i marchi asiatici di “seconda o terza fascia” riescano in tempi brevi a proporre modelli in vendita a soli 50 dollari.

- Cuba. Con gli "internet point" di Stato, 100.000 utenti in tre mesi.

Oltre 100.000 utenti nel giro di tre mesi hanno frequentato i nuovi Internet Point pubblici aperti dal governo a Cuba, dove persistono restrizioni per l’accesso alla Rete dalle case private. L’azienda statale Empresa de Telecomunicaciones de Cuba (Etecsa), che regola il settore, ha reso noto che il 60% degli utenti ha utilizzato servizi “di navigazione internazionale”; gli altri hanno usato servizi di posta elettronica e la rete nazionale.

Attualmente, si legge sul quotidiano Juventud Rebelde, sono 121 le sale gestite da Ectesa con tariffe in peso convertibile (Cuc), equiparabile al dollaro statunitense.

I prezzi di connessione fluttuano fra gli 0,60 (siti nazionali) e i 4,5 Cuc all’ora (siti internazionali) in un paese in cui il salario medio non arriva all’equivalente di 20 dollari, un problema centrale per il nuovo servizio. Le statistiche dicono che in generale l’accesso alla Rete è cresciuto negli ultimi anni a Cuba, isola con poco più di 11 milioni di abitanti che nel 2012 contava complessivamente 2.871.000 utenti di Internet, un milione e mezzo in più rispetto al 2008. Il servizio non può essere in ogni caso utilizzato “per azioni che possano essere considerate dall’Etecsa o dalle autorità amministrative e giudiziarie competenti come dannose o pregiudizievoli per la sicurezza pubblica, l’integrità e la sovranità nazionale”.

È ancora impossibile, se non per talune categorie professionali, avere accesso alla Rete dalle case private. Per il momento il governo dichiarata di voler puntare ad espandere all’accesso pubblico, in attesa che il paese si doti delle infrastrutture necessarie ad ampliare la copertura.

- Egitto. Morsi rinviato a giudizio, al via lavori su Costituzione.

Mohamed Morsi, il presidente destituito a luglio dai militari, è stato rinviato a giudizio per presunte responsabilità nell’uccisione di alcuni manifestanti lo scorso anno: lo ha reso noto la procura generale dell’Egitto, mentre nelle stesse ore era annunciata la formazione di un comitato incaricato di redigere una nuova Costituzione.

Nel comunicato diffuso dalla procura, si precisa che Morsi e alcuni dirigenti del suo movimento dei Fratelli musulmani saranno processati per l’uccisione di almeno dieci persone che a dicembre partecipavano a una manifestazione di protesta di fronte al palazzo presidenziale di Al Itihidaya. Secondo l’accusa, il capo dello Stato avrebbe ordinato a militanti dei Fratelli musulmani di aprire il fuoco contro i dimostranti dopo che la Guardia repubblicana e il ministero degli Interni si erano rifiutati di obbedire ai suoi ordini. Tra le persone rinviate a giudizio in relazione a questo episodio figura anche Mohamed El Beltagy, un dirigente di spicco dei Fratelli musulmani.

Ieri, poco dopo l’annuncio della procura, il presidente ad interim Adly Mansour ha reso noti i componenti del Comitato dei 50 incaricato di redigere una nuova Carta fondamentale sulla base del piano di transizione imposto dai militari dopo il rovesciamento di Morsi. Del gruppo fanno parte vari dirigenti del movimento laico Tamarrod ma anche due esponenti dell’islam politico, l’intellettuale Kamel Al Helbaoui e Bassam Al Zarqa, vice-presidente del partito salafita Al Nour. Rappresentati anche Al Azhar, la più importante istituzione dell’islam sunnita, e le tre Chiese cristiane d’Egitto.