(Bangladesh) Più incisiva la lotta contro la mortalità infantile (Misna)

22.07.2013 13:13

Il governo di Dhaka ha confermato l’impegno a ridurre drasticamente entro il 2035 le morti di bambini per malattie prevedibili. Per raggiungere questo obiettivo, ha ricordato il ministro della Sanità Afm Ruhal Haque, le autorità hanno deciso di aumentare gli interventi verificati come efficaci attraverso ricerche rigorose per affrontare le residue cause accertate dell’ancora troppo elevata mortalità infantile in Bangladesh.

Il paese, secondo i dati ufficiali, ha registrato un certo successo nel suo impegno a ridurre il tasso di decessi sotto i cinque anni, “tuttavia – ha ricordato Haque parlando a una manifestazione pubblica – la riduzione delle morti nella fascia neonatale, in particolare per soffocamento al momento del parto, infezioni, nascita prematura e problemi collegati, è significativamente più lenta. Un problema che va affrontato perché il 60% della mortalità infantile in Bangladesh riguarda i neonati”. Per quanti sopravvivono, in un paese dove le condizioni di vita restano per molti precarie, la minaccia arriva da polmonite, annegamento e diarrea a cui si associa – come sfondo di diverse patologie – la malnutrizione che resta diffusa. Dati questi sottolineati anche nella ricerca diffusa ieri dall’Unicef e dall’Agenzia statunitense per lo sviluppo internazionale (Usaid), da cui emerge anche che il 41% dei piccoli del Bangladesh ha una crescita stentata. Le autorità, con il contributo di organizzazioni internazionali e donatori, stanno cercando di migliorare gli aiuti alimentari destinati a donne, neonati e bambini.

Se restano tante le difficoltà, occorre anche tenere presenti i risultati positivi degli ultimi anni. Come, ha sottolineato il direttore esecutivo di Unicef Anthony Lake, la riduzione del 75% delle morti sotto i cinque anni d’età tra il 1991 e il 2011. Se andranno in porto i programmi individuati, l’impegno del paese porterà entro il 2035 il Bangladesh a una mortalità neonatale e infantile di 20 piccoli su 1000 nati vivi.