(Sudan) Darfur, ribelli chiedono inchiesta su uccisione "caschi blu" (Misna)
L’Esercito di liberazione del Sudan, uno dei gruppi ribelli della regione del Darfur, ha chiesto l’avvio di un’inchiesta internazionale per accertare le responsabilità dell’agguato nel quale sabato sono rimasti uccisi sette peacekeeper di una missione congiunta Onu-Unione Africana (Unamid).
In un’intervista al quotidiano Sudan Tribune, il capo ribelle Minni Minnawi ha sostenuto di non ritenere attendibile un’inchiesta appena annunciata dal governo di Khartoum. La sua tesi è che l’agguato sia stato compiuto da un commando di “janjaweed”, un termine utilizzato per indicare militanti arabi che sostengono l’esercito e la polizia nella lotta ai ribelli. Sulla dinamica dell’episodio, in realtà, molto resta da capire. L’emittente locale Radio Dabanga ha rilanciato una serie di testimonianze che accuserebbero “janjaweed” affiliati alla polizia ma in difficoltà perché da mesi privi di stipendi. Il governo del Sudan, invece, ha attribuito la responsabilità dell’agguato al gruppo di Minnawi.
L’episodio è avvenuto a circa 75 chilometri di distanza da Nyala, il capoluogo del Darfur meridionale. L’uccisione dei peacekeeper, tutti di nazionalità tanzaniana, costituisce l’attacco più grave subito da Unamid dal suo dispiegamento nel 2007.