Sguardi (Passaggi culturali) - a cura della redazione

01.05.2013 08:37

- Così diversi e così vicini. Joseph Ratzinger ed Erik Peterson. L'incontro di Joseph Tatzinger con Erik Peterson è sorprendente. Gli elementi di contrapposizione biografica e teologica non potrebbero esser maggiori. L'uno proviene dalla Germania settentrionale, l'altro da quella meridionale. L'uno è stato battezzato in una comunità evangelica, l'altro nella Chiesa Cattolica. L'uno è stato educato in un clima talmente liberale da doversi poi letteralmente spianare un proprio itinerario per aver accesso al mondo della fede; al'altro crebbe invece profondamente imbevuto dalla viva pietà popolare cattolica, sì da poterne attingere per tutta la sua vita. In ambito scientifico l'uno ha perseguito una sua fama come esegeta e patrologo, l'altro invece come dogmatico e teologo fondamentale. (...). (Thomas Soding, Università di Bochum, L'Osservatore Romano, 1° maggio 2013)

- (Ratzinger/Peterson) Il confronto nel Cortile dei gentili. L'espressione "Cortile dei gentili" delimita uno spazio semantico comune a credenti e pagani: indica l'insieme di quelle esperienze umane di fondo che si radicano nell'impossibilità di definire, se non addirittura di comprendere l'enigma della propria esistenza, del dolore e dell'angoscia (per quanto ammantati di felicità e successo), nell'assillante ricerca della verità grazie alla ragione e nel dubbio di poterla trovare - infine nell'ineludibile darsi della morte. Peterson e Ratzinger apparengono a due generazioni teologiche e provengono da ambienti dissimili; entrambi però hanno in comune il tentativo di raggiungere il "pagano" tardomoderno nella sua disperazione religiosa, di indicare nella fede un "approdo di salvezza" - nella convinzione che sia appunto la fede a far intuire "un nuovo tipo d'essere umano, capace di trascendere la stessa natura umana". Che vi può essere di più affascinante d'una tale esperienza del trascendente ? (...). (Hanna-Barbara Gerl-Falkovitz, L'Osservatore Romano, 1° maggio 2013)

- Sant'Atanasio nel cuore di Roma. Il Collegio Greco e la sua storia di accoglienza ed educazione lunga quasi cinque secoli. Il 2 maggio la Chiesa celebra la festa di sant'Atanasio il Grande, arcivescovo di Alessandria dal 329 fino alla sua morte nel 373. Fu un pontificato lunghissimo e travagliato dalle diverse crisi sorte dopo il concilio di Nicea (325), e che fu segnato da ben cinque esili forzati. Il secondo di questi, dal 339 al 346, portò Anastasio a cercare rifugio a Roma, dove poté conoscere le posizioni e le diverse sfumature nella riflessione trinitaria degli autori occidentali. A undici secoli di distanza del soggiorno romano di Atanasio, Gregorio XIII volle in qualche modo far rivivere la memoria romana del patriarca alessandrino consacrandoli una chiesa nel cuore dell'Urbe. Infatti il 13 gennaio 1576 con la bolla In apostolicae sedis specula, il Papa eresse a Roma un collegio pro Graecis ex Graecia et ex aliis provinciis ubi reperiuntur. Lo scopo era quello di offrire istruzione a quanti, provenienti dall'oriente e specialmente dopo la rovina dell'impero Bizantino, erano privi di luoghi di formazione. (...). (Manuel Nin, L'Osservatore Romano, 1° maggio 2013)

- Come una foto. La parabola creativa di Tintoretto dal primo Rinascimento alle soglie del Barocco. (Tintoretto. Le Visioni, Mario Dal Bello, Libreria Editrice Vaticana). Una pittura dell'attimo che balza di fronte all'osservatore. Ogni qual volta esce una pubblicazione di un certo respiro critico su Tintoretto l'avvenimento rappresenta un valido motivo d'interesse poiché il geniale pittore veneziano del Cinquecento è uno dei più amati dai frequentatori dell'arte e insieme uno di quegli artisti la cui opera ha attraversato i secoli senza perdere un grammo di attualità. (....). (Maria Antonietta De Angelis, L'Osservatore Romano, 1° maggio 2013)

- Elogio del lettore. Così i libri si specchiano in noi. Il racconto "intimo" di autentica "devozione" tra un testo letterario e il suo pubblico nel nuovo saggio di Goerge Steiner (I libri hanno bisogno di noi, George Steiner, Garzanti). Il concetto di lettura, considerato un processo che fondamentalmente appartiene alla collaborazione, è intuitivamente convincente. Il lettore impegnato collabora con l'autore. Comprendere un testo, "illustrarlo" nel quadro della nostra immaginazione, della nostra memoria e della nostra rappresentazione combinatoria, equivale, seppur nei limiti delle nostre capacità, a ricrearlo. (...). (George Steiner, la Repubblica, 1° maggio 2013)

- L'uso del tempo di Enzo Bianchi. Un libro a più voci per i 70 anni del priore di Bose (La sapienza del cuore, "Omaggio a Enzo Bianchi", Einaudi). La vita monastica rende possibile il suo pensiero senza l'affanno delle scadenze. (Michele Serra, la Repubblica, 1° maggio 2013)

 

 

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