Sguardi (In giro per il mondo) - Misna, 16 maggio 2013

16.05.2013 11:07

(Repubblica Dominicana) APPELLI PER REGOLARIZZAZIONE MIGRANTI HAITIANI

“Gli immigrati aiutano lo sviluppo economico del paese. Oggi molti settori dell’economia dipendono da questa manodopera”: è uno stralcio del manifesto siglato da oltre un centinaio di organizzazioni dominicane, inclusi sindacati e gruppi imprenditoriali, e inviato al governo di Santo Domingo per chiedere la regolarizzazione dello status migratorio di migliaia di lavoratori stranieri, in larghissima parte i vicini haitiani.

I firmatari, fra cui sono incluse organizzazioni religiose, universitarie, a tutela dei diritti umani, sottolineano che è “giusto garantire i diritti acquisiti e promuovere la regolarizzazione degli immigrati”. La legge migratoria vigente, datata 2004, non è stata applicata in diverse delle disposizioni previste, in particolare i meccanismi di legalizzazione dei lavoratori temporanei haitiani, fondamentali per lo sviluppo del paese.

Secondo uno studio del Centro de Formación y Acción Social (Cefasa), il 64% della manodopera del settore agricolo dominicano – un bracciante guadagna in media fra i 150 e i 250 dollari al mese – è di origine haitiana; nella produzione di riso, in particolare, gli immigrati ‘irregolari’ haitiani rappresentano l’80%, in quella di banane il 70%.

L’Inchiesta nazionale sugli immigrati, presentata il mese scorso dall’Ufficio nazionale di statistiche, stima che siano 460.000 gli haitiani presenti in Repubblica Dominicana; la Direzione della migrazione ritiene invece che raggiungano il milione sebbene non esistano a oggi dati certi.

(Nigeria) BOKO HARAM, DISPIEGATI MIGLIAIA DI MILITARI

Più di 2000 soldati già dispiegati nelle città di Yola e Maiduguri, elicotteri da combattimento e caccia pronti al decollo, impiego di divisioni provenienti da regioni differenti e lontane: sono queste, riferisce oggi la stampa della Nigeria, le conseguenze dell’entrata in vigore di uno stato di emergenza nel nord-est del paese.

“I soldati invadono Borno, Yobe e Adamawa” titola The Vanguard, in riferimento ai tre Stati interessati dalle misure straordinarie annunciate martedì sera dal presidente Goodluck Jonathan con l’obiettivo di contrastare il gruppo armato Boko Haram. L’arrivo di oltre 2000 soldati a Yola e Maiduguri, capitali rispettivamente degli Stati di Adamawa e Borno, è confermato dal quotidiano Daily Trust. Le operazioni militari, sottolineano i giornali, sono cominciate ieri e prevedono bombardamenti aerei sui rifugi dei militanti nelle zone collinari e di montagna situate nei pressi delle frontiere, in particolare quella con il Camerun.

La responsabilità dell’offensiva è stata affidata al generale Jack Enwasiha, comandante della sezione nord-orientale della Joint Task Force, un’unità di élite composta da esercito e polizia. “Le operazioni prevedono un massiccio dispiegamento di uomini e risorse – ha detto un portavoce del ministero della Difesa, il generale Chris Olukolade – e mirano a riaffermare l’integrità territoriale del paese e a rafforzare la sicurezza delle istituzioni governative”.

L’ufficiale ha anche aggiunto che le Forze armate faranno “ogni sforzo per garantire la sicurezza dei cittadini rispettosi della legge e dei non combattenti”. Un riferimento apparente, questo, alle accuse rivolte all’esercito dopo la battaglia di Baga: una cittadina al confine con il Ciad dove il mese scorso scontri a fuoco tra soldati e militanti di Boko Haram hanno provocato almeno 187 vittime, per lo più civili.

(Sud Sudan) JONGLEI, CIVILI IN FUGA PER L’AVANZATA DEI RIBELLI

Un numero “significativo” di persone ha abbandonato una cittadina della regione di Jonglei nel timore che possa cadere nelle mani di un gruppo ribelle: lo ha detto Ariane Quentier, portavoce della Missione dell’Onu in Sud Sudan (Unmiss), confermando testimonianze raccolte dalla MISNA.

Secondo la portavoce, “uomini armati” non meglio identificati avrebbero informato i civili di Pibor di un’imminente offensiva dell’Esercito democratico del Sud Sudan (Ssda) dell’ex generale David Yau Yau. “Questo fatto – ha aggiunto Quentier – è stato all’origine dello spostamento di un numero significativo di persone”.

Ieri un portavoce dell’Ssda aveva annunciato l’inizio di un assedio a Pibor, sostenendo che la città sarebbe presto caduta nelle mani dei ribelli. Nei giorni scorsi, esponenti di organizzazioni umanitarie attive a Pibor avevano riferito alla MISNA di saccheggi commessi da parte di militari allo sbando. I soldati avevano anche fatto irruzione in alcuni magazzini di Unmiss. Secondo Quentier, a Pibor saranno inviati nuovi contingenti di peacekeeper dell’Onu “per aiutare a proteggere la popolazione”.

(Angola) COMINCIATO IL PRIMO CENSIMENTO DALL’INDIPENDENZA

È cominciato oggi il primo censimento nella storia dell’Angola indipendente: lo riferiscono i mezzi di informazione di Luanda, sottolineando che Nazioni Unite, Brasile, Capo Verde e Mozambico garantiranno un sostegno di carattere tecnico.

Il Censimento generale della popolazione e delle abitazioni, questo il nome ufficiale della rilevazione, è da giorni al centro del dibattito pubblico nell’ex colonia portoghese. Camilo Ceita, direttore dell’Istituto nazionale di statistica, ha sottolineato che l’Angola è uno dei pochi paesi africani in grado di intraprendere un censimento senza l’aiuto finanziario di altri paesi o di organismi internazionali. Il costo delle operazioni è stimato in sette miliardi di kwanza, circa 73 milioni di dollari.

In Angola l’ultima stima della popolazione fu effettuata nel 1973, due anni prima che il paese divenisse indipendente e sprofondasse nella guerra civile. Undici anni dopo la fine del conflitto, l’Angola è la seconda potenza petrolifera dell’area sub-sahariana ma deve ancora risolvere il problema della disoccupazione e di una povertà diffusa.

(Perù) SI DIMETTE IL MINISTRO DEGLI ESTERI

“Problemi di salute” sono all’origine delle dimissioni del ministro degli Esteri peruviano Rafael Roncagliolo, secondo un comunicato ufficiale del governo che conferma la sua rinuncia all’incarico.

Roncagliolo – recita la nota – “ha realizzato un lavoro impeccabile in politica estera” contribuendo a creare “la nuova immagine del Perù di fronte al mondo, con la quale il paese è diventato una destinazione attraente per gli investimenti e la sua stabilità giuridica e la buona crescita macroeconomica”.

L’ormai ex ministro, sociologo e giornalista, sarà sostituito dall’avvocato Eda Rivas Franchini, finora ministro della Giustizia e dei Diritti umani.

Il presidente della Commissione esteri del Congresso, Víctor Andrés García Belaunde, si è detto certo che l’uscita di scena di Roncagliolo non influirà in alcun modo sull’atteso verdetto della Corte internazionale dell’Aia in merito al contenzioso territoriale aperto da Lima nel 2008 per chiedere che vengano stabiliti i confini marittimi con il Cile; per Santiago sarebbero già stati fissati negli anni ‘50 del XX secolo, ma Lima ritiene che tali accordi si riferiscano solo alle attività ittiche.

(Guinea Bissau) A BISSAU LA PRIMA CENTRALE SOLARE

Il sole della Guinea Bissau porterà la corrente elettrica nelle case di 40.000 persone e, in un futuro non lontano, a molte di più: lo riferisce l’emittente Radio Sol Mansi, in un servizio dedicato alla posa della prima pietra di quello che è stato già definito “il primo impianto fotovoltaico della regione”.

Frutto di una cooperazione tra il governo e una società nord-americana leader nel settore delle rinnovabili, la centrale sorgerà alla periferia di Bissau e già tra sei mesi sarà in grado di erogare 10 megawatt di elettricità. L’impianto garantirà forniture a 40.000 persone nell’area della capitale e nella vicina regione di Biombo. “La Guinea Bissau – ha detto il ministro per le Risorse naturali e l’energia, Daniel Gomes – sarà il primo paese della regione ad avere una centrale fotovoltaica”.

Secondo Radio Sol Mansi, la principale emittente cattolica della Guinea Bissau, in un prossimo futuro un impianto dello stesso tipo potrebbe essere costruito nell’est del paese. L’obiettivo, in questo caso, sarebbe servire le regioni di Bafata e di Gabu.