Sguardi (In giro per il mondo) - Misna, 13 maggio 2013

13.05.2013 15:57

BREVI DAL MONDO ARABO (Libia, Marocco, Egitto, Tunisia)

LIBIA – Due nuovi attacchi si sono verificati nel fine settimana contro due commissariati di polizia nell’est del paese. Lo hanno riferito le autorità locali, nelle cittadine di Al Gwarcha e Al Ouruba, secondo cui le aggressioni,da parte di ignoti, hanno causato danni materiali ma non vittime. Tali episodi, in crescita nelle ultime settimane, testimoniano un clima di crescente insicurezza nella zona di Bengasi, culla della rivoluzione che ha rovesciato il regime di Muammar Gheddafi.

MAROCCO – Re Mohammed V ha chiesto al partito conservatore Istiqlal di riconsiderare la sua decisione di uscire dalla coalizione di governo. Il partito ha il controllo su alcuni ministeri di peso, come l’Educazione e l’Economia e la sua decisione può determinare elezioni anticipate o un importante rimpasto di governo da parte del partito per la Giustizia e lo Sviluppo, movimento islamico moderato di maggioranza. Istiqlal accusa l’esecutivo di non aver saputo reagire per affrontare la crisi economica.

EGITTO – È giallo in Egitto su una presunta intervista rilasciata dall’ex presidente Hosni Mubarak a un giornalista del quotidiano privato al Watan, la prima da quando l’ex raìs è stato arrestato oltre due anni fa, ma smentita dai suoi avvocati. Nella presunta intervista Mubarak si dice sgomento per la situazione nel paese e in particolare “molto triste” per la difficoltà in cui si trovano i poveri. Si dice convinto che la storia lo scagionerà e le generazioni future riusciranno ad apprezzare la sua eredità.

TUNISIA – La polizia ha disperso con la forza centinaia di manifestanti salafiti che facevano proselitismo in un quartiere popolare della periferia di Tunisi. Lo ha annunciato il portavoce del ministero dell’Interno, Mohamed Ali Aroui, secondo cui le unità di sicurezza sono intervenute per disperdere con la forza 300 persone che volevano installare tende nei dintorni e all’interno della moschea. Inoltre, nella città di Kasserine, unità dell’esercito presidiano molte strade dopo che i terroristi presenti nel governatorato hanno minacciato la popolazione, ingiungendo alla gente di non collaborare con le forze di sicurezza.