Sguardi - a cura della redazione
- Un Piano Marshall del Golfo per il Nord Africa. "Si profila una sorta di Piano Marshall a favore dei paesi in transizione con le risorse delle ricche monarchie del Golfo: l'obiettivo è stabilizzare la regione, e i finanziatori chiedono in cambio precisi impegni di politica estera e di sicurezza. Puntano così anche a rafforzare la propria legittimità interna, oltre che a estendere la propria influenza geopolitica sulla regione. (...)". (Joulan Abdul Khalel, è consulente della Banca Mondiale, si occupa di innovazione e occupazione nel Medio Oriente - Aspenia n. 60/2013)
- (Mondo Arabo) A decidere saranno i paesi petroliferi. "Nel caledoiscopio del mondo arabo si rischia di non cogliere i fatti e le tendenze realmente decisivi. Uno di questi è il nuovo attivismo dei cittadini dei ricchi paesi petroliferi, compresa la Libia: per la prima volta rivendicano non solo i loro diritti democratici, ma anche la partecipazione a una ridefinizione dei valori e dei poteri dello Stato. L'obiettivo è un maggiore rispetto per le varie componenti etniche, geografiche e religiose. (...)". (Rami G. Khour, è direttore dell'Issam Fares Institute for Public Policy and International Affairs presso l'American University of Beirut, nonché editorialista dell'agenzia di stampa internazionale Agence Global - Aspenia n. 60/2013)
- Egitto: il travaglio della transizione irreversibile. "L'Egitto è imprigionato in una paralisi politica, con la polarizzazione radicale tra gli islamisti e un'opposizione inefficace e divisa. E in una paralisi istituzionale, con lo scontro tra poteri dello Stato: esercito, magistratura, i Fratelli musulmani. A ciò si accompagna una crisi economica sempre più grave. Si torna a parlare di un possibile colpo di Stato: ma per i militari sarebbe un'opzione di ultimissima istanza. (...)". (Giorgio Musso, è assegnista di ricerca presso il dipartimento di Studi politici dell'Università di Genova. E' esperto di storia politica del Sudan e dell'Egitto - Aspenia n. 60/2013)
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