Sguardi - a cura della redazione

15.04.2013 07:10

- Il peso dei luoghi santi dell'Islam. "Esiste un legame tra Islam e autocrazia ? Non nel Corano, ma indubbiamente sì nella sua interpretazione quasi medievale che tuttora prevale, specialmente nella penisola arabica. In Arabia Saudita, il connubio tra petrolio e wahhabismo resta alla base del potere dei Saud: ma con contraddizioni crescenti tra una crisi di legittimità interna e l'influenza esterna ormai globale del regno. (...)" (Luza Ozzano, coordinatore dello standing group "Politica e Religione" della SISP, insegna Scienza politica all'Università di Torino - Aspenia n. 60/2013)

- (Asia/Golfo Persico) Lo sguardo rivolto all'Asia. "Cambiano i rapporti fra l'Asia e il Golfo Persico, al di là dell'interdipendenza energetica. Le petromonarchie cercano un modello per guidare la loro transizione alla fase post petrolio: oggi il modello cinese sta perdendo attrattiva, mentre è in ascesa quello coreano fondato sull'economia dell'innovazione, e torna il Giappone con la sua economia matura. I paesi del Golfo possono beneficiare della competizione tra le tre potenze asiatiche. (...)" (Makio Yamada, dottorando in relazioni internazionali presso il St. Antony's College a Oxgford, è ricercatore al King Faisal Center for Research and Islamic Studies, a Riyad - Aspenia n. 60/2013)

 - Europa e Golfo: un dialogo tra sordi. "L'Europa cerca di rafforzare i propri legami con il Consiglio di Cooperazione del Golfo ma la mancata intesa sui temi comuni dell'energia rende difficile il dialogo. L'Unione pone come assoluta priorità la riduzione delle emissioni (decarbonizzazione), e sconta alcuni pregiudizi negativi sui paesi della regione. Non coglie i possibili vantaggi derivanti da un accordo sulla politica petrolifera - in una situazione di riserve tuttora abbondanti. (...)" (Giacomo Luciani insegna al Graduate Institute of International and Development Studies di Ginvevra, alla Sciences Politiques a Parigi, e alla Woodrow Wilson School di Princeton University - Aspenia n. 60/2013)  

- Al Jazeera sospesa fra mondo arabo, globale e locale. "Al Jazeera sbarca negli Stati Uniti dopo aver coperto in prima linea le rivolte arabe. Eppure, mentre si fa largo in un'America in passato ostile, il canale televisivo del Qatar registra perdite di popolarità proprio in Medio Oriente. Il suo modello panarabo sembra indebolirsi a vantaggio di emittenti più attente agli scenari locali. (...)" (Donatella Della Ratta, fellow della facoltà di Studi multiculturali e regionali nel programma New Islamic Public Sphere all'Università di Copenaghen e all'Istituto danese di Damasco - Aspenia n. 60/2013)

- Se il Qatar fa concorrenza all'FMI. "L'iniezione di liquidità da 2,5 miliardi di dollari, con cui il Qatar si è sostituito al Fondo Monetario internazionale nel finanziare l'Egitto, mette in luce il nuovo protagonismo del piccolo emirato che da ricco investitore vuole diventare sempre più attore politico e diplomatico. L'obiettivo ultimo di Doha è infatti esercitare un'influenza internazionale che corrisponda al potere finanziario di cui dispone. (...)" (Valeria Miceli, è professore aggregato di Economia dei mercati finanziari presso la facoltà di Scienze politiche e sociali dell'Università Cattolica di Milano - Aspenia n. 60/2013)

 

 

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