(Segnalazioni culturali) L'inverno islamista che gela la primavera araba (Lorenzo Cremonesi, Corriere della Sera, 13 febbraio 2013)

14.02.2013 06:12

Nonostante il ritmo scoppiettante, infarcito di suggestioni stimolanti, slanci di entusiasmo e continui richiami alla storia culturale del mondo musulmano e dell'Occidente moderni, il nuovo libro di Khaled Fouad Allam (Avere vent'anni a Tunisi e al Cairo. Per una lettura delle rivoluzioni arabe, Marsilio, pp.206, 18) tradisce una profonda preoccupazione sulle conseguenze delle cosiddette «primavere arabe». I motivi sono presto detti: il Medio Oriente sta precipitando nel buio del fondamentalismo islamico, tanto che le avanguardie laiche e grandemente influenzate dai nuovi mezzi di comunicazione via web, che un ruolo così centrale hanno giocato nelle rivoluzioni in Tunisia o in piazza Tahrir al Cairo, sono vittime dei mostri che hanno contribuito a risvegliare con spirito di sacrificio.
Allam non nasconde la sua sofferta partecipazione. Qui è molto più che l'impegnato docente di Sociologia del mondo musulmano all'Università di Trieste. Racconta la giovinezza in Algeria, dove nacque nel 1955. Ricorda le ragioni della deriva antidemocratica tra i regimi arabi sorti dalle battaglie anti-coloniali. Soprattutto traccia un interessante parallelo tra i movimenti studenteschi occidentali del 1968 e le loro pallide emulazioni nelle università arabe di allora. Pallide perché — sottolinea — in Medio Oriente prevalsero l'autoritarismo, la repressione e la conservazione imposti dai regimi militari pseudo socialisti. «Speravamo che la questione palestinese potesse essere il nostro Vietnam. Ma non fu mai così», sottolinea.
Il pacifismo in piazza contro i bombardamenti in Vietnam mobilitò il mondo giovanile occidentale, creò utopie, voglia di rinnovamento. Invece, la sconfitta araba contro Israele nella guerra del 1967 fu il simbolo di un corale fallimento: dieci anni dopo si tradurrà nell'ascesa politica dei Fratelli Musulmani, con il conseguente aumento della repressione, il velo per le donne, la frustrazione sessuale generalizzata. Ricorda: «Quand'ero studente, tra la fine degli anni 60 e inizio degli 80, nell'Algeria del dopo Boumédienne, noi ragazzi ballavamo al ritmo dei brani dei Rolling Stones, dei Pink Floyd... Ma quando entravamo in un cinema vedevamo un pubblico di soli uomini. La presenza femminile era estremamente rara perché mal vista dalla puritana società araba». Rivoluzione e repressione: una costante sulla sponda meridionale del Mediterraneo. Per sottolinearlo, Allam pubblica in appendice il testo integrale della «Bozza di Costituzione dello Stato del Califfato», modello per tutti i movimenti islamici contemporanei. Se ne parla spesso: leggerla è importante.