(Segnalazioni culturali) Il futuro dei partiti secondo Olivetti (Nello Ajello, la Repubblica, 17 febbraio 2013)

17.02.2013 09:57

Secondo Natalia Ginzburg, Adriano Olivetti (1901-1960), quell' "ingegnere" che aveva fatto della sua azienda di Ivrea un modello inimitabile, portava con sé "qualcosa di profetico". E' una definizione esauriente. Lo dimostra la ristampa del suo saggio Democrazia senza partiti (Edizioni di Comunità). Come il titolo preannunzia, si tratta di una requisitoria molto vivace contro la "partitocrazia" vista come sbocco nefasto e inconcludente di ogni pulsione democratica, e, in specie, "troppo facile preda della potenza del denaro". Sarebbe tuttavia indebito - lo sostiene Stefano Rodotà della prefazione al volume - accostare quelle critiche allo spettacolo dell' "antipolitica" che ci si offre di questi tempi. La prosa olivettiana è ispirata, la sua idea di una "civiltà cristiana" attuabile attraverso una nuova "democrazia integrata", il suo richiamo all'instaurazione di "Comunità concrete" che sottraggano all'esercizio del potere ogni tentazione corruttiva, possono prestarsi a un dibattito - e Rodotà ne individua in sintesi i temi - sempre su un livello di alta e cristallina sensibilità. Magari utopia, quella olivettiana, ma esente da ogni sospetto di qualunquismo.

(Democrazia senza partiti, Adriano Olivetti, Edizioni di Comunità)