(Russia) Russia, i funzionari pubblici dovranno rimpatriare i beni all’estero (Anja Capraro, Meridiani, 19 febbraio 2013)
Vladimir Putin ha sottoposto alla Duma una proposta di legge che vieta la detenzione di conti, obbligazioni e azioni in banche estere per determinate categorie di persone al servizio dello Stato. Lo scorso dicembre Putin aveva dichiarato che i trasferimenti di denaro all’estero da parte di funzionari pubblici avevano minato la fiducia nel sistema e dato l’impressione che i dirigenti statali russi fossero corrotti. Stando alle stime governative, la nuova proposta di legge permetterebbe di recuperare miliardi di dollari.
Secondo quanto riferito sul sito ufficiale del Cremlino la normativa si applicherà anche ad alcune categorie di membri del governo russo, come funzionari federali e regionali, procuratori, membri dell’organo di amministrazione della banca centrale e impiegati in aziende, fondazioni e organizzazioni di proprietà dello Stato.
Il disegno di legge punta ad aumentare gli investimenti nell’economia nazionale e a migliorare l’efficienza della campagna anti-corruzione – uno dei fronti cardine del programma di Putin per il suo terzo mandato. La proposta di Putin prevede la chiusura dei conti e la vendita delle attività fuori dal territorio russo entro tre mesi dall’entrata in vigore della norma. I funzionari russi che non rispetteranno le procedure saranno immediatamente licenziati. La situazione dei diplomatici e dei funzionari che prestano servizio all’estero è più complessa. A loro sarà consentito mantenere beni fuori dalla Russia, ma l’applicazione del disegno di legge potrebbe estendersi anche a queste categorie se venissero registrate irregolarità – come il trasferimento di ulteriori fondi a nome di coniugi o altri familiari.
La Duma è divisa sulla proposta del presidente. Alcuni deputati collegano il progetto di legge alla strategia anti-corruzione del governo e alla volontà di bloccare la fuga di capitali all’estero. Altri invece associano la mossa agli sforzi del presidente di schermare la Russia da interferenze straniere. Russia Unita, il partito di Putin, sostiene che la norma mira alla difesa degli interessi nazionali e consentirà di mettere ordine nei ranghi della burocrazia statale.
La proposta di legge sembra in realtà una versione più addolcita di un precedente progetto, approvato in prima lettura dalla Duma alla fine di dicembre, che impone ai funzionari russi e al personale militare il trasferimento delle attività finanziarie in Russia entro sei mesi e la cessione degli immobili posseduti all’estero entro un anno. Secondo questa normativa, il possesso di conti all’estero è consentito solo per pagare l’istruzione e le cure mediche, mentre sono previste multe fino a dieci milioni di rubli (circa 250.000 euro) o fino a cinque anni di prigione per i dipendenti statali che non si adeguano.
Dopo l’annuncio di Putin, Sergei Zheleznyak – vice presidente della Duma – ha affermato che il precedente disegno di legge sarebbe stato modificato in modo da corrispondere ai desideri del presidente. La proposta di Putin non sostituirà la precedente legislazione, ma verrà inclusa in un unico pacchetto.
Ivan Ninenko, vice direttore di Transparency International, si è mostrato ottimista riguardo all’approvazione del pacchetto. Ninenko sostiene che la normativa non è collegata alla strategia anti-corruzione del governo ma intende tutelare i funzionari russi da provvedimenti come il Magnitsky Act, approvato dal presidente Obama lo scorso 14 dicembre 2012.
Il Magnitsky Act ha imposto il congelamento dei beni e il divieto di visto ai funzionari russi sospettati di essere coinvolti nella morte di Sergei Magnitsky. Magnitsky aveva accusato le autorità russe di essere responsabili di frode fiscale per 230 milioni dollari. Era poi stato arrestato e trovato morto in una prigione di Mosca dopo quasi un anno di detenzione.
Con l’approvazione del Magnitsky Act ci sono state forti tensioni tra il governo statunitense e quello russo. Al momento, Mosca percepisce il rischio che alcuni paesi europei adottino provvedimenti simili alla legge americana. Se la Russia vieta ai suoi funzionari di possedere conti e beni all’estero, il rischio di eventuali nuove “leggi Magnitsky” verrà scongiurato, almeno per quanto riguarda il congelamento dei beni.
Alcuni paesi (tra cui Venezuela, Nigeria, Kenya, Bangladesh) hanno istituito restrizioni simili sui funzionari pubblici. Molti altri – tra cui l’Ucraina, Cina, India, Malesia e Brasile – hanno limitato a tutti i cittadini il possesso di conti all’estero, nel tentativo di controllare la valuta nazionale e porre un freno alla corruzione. Resta però poco chiaro se gli sforzi di questi paesi abbiano avuto un effetto positivo sulla lotta alla corruzione e al riciclaggio del denaro.