(Riflessioni strategiche) L'euro vaso di coccio tra Cina e Bernanke (Vittorio Carlini, Sole 24 Ore, 2 marzo 2013)

02.03.2013 16:52

Monete in movimento. Ieri i cross valutari hanno subito diversi scossoni. In pnmis, il cambio sterlina-dollaro. La divisa inglese, durante le contrattazioni, ha toccato il minimo di 149 verso il biglietto verde. Un andamento al ribasso replicato anche in quel di Eurolandia. La moneta unica, sempre verso il dollaro, è scivolata giù giù fino a 1,2967. Per, poi, archiviare la seduta in Europa a 1,3015 (-0,32%). Al di là dei numeri, quali le motivazioni di simili movimenti? Rispetto alla sterlina la risposta appare più semplice: il brutto dato del Pmi manifatturiero ha indotto pessimismo sul futuro dell'economia britannica. E, così, sono arrivate le vendite. Più articolata, invece, la vicenda dell'euro. Sul breve periodo, infatti, la divisa di eurolandia è stata influenzata da alcuni precisi market mover. In primis, c'è stato il nuovo dato sui rimborsi del Ltro alla Bce. Al di sotto delle attese, ha fatto crescere il sentiment di «risk off»; cioè, di uscita dagli asset più rischiosi denominati in euro. Non solo: il calo dell'inflazione nell'Ue ha indotto a pensare che la congiuntura di Eurolandia possa peggiorare sempre più. Quindi, nuovamente, gli operatori hanno ridotto l'esposizione sull'Emu. Soprattutto, a fronte dello stallo politico in Italia. Ciò detto, però, la quotazione della moneta unica resta comunque piuttosto alta. Il che, vista la situazione descritta, non dovrebbe essere. Quali, allora, le motivazioni di questo trend? È presto detto. Dapprima, gioca la volontà di alcune banche centrali (Fed in testa) di schiacciare la propria valuta per favorire l'export. La guerra delle valute insomma, negata a parole, è confermata dai numeri. Oltre a ciò, sussiste poi un'altra motivazione. Bisogna, infatti, ricordare che il valore di una moneta è definito sia dai flussi finanziari che da quelli commerciali. Ebbene, rispetto a questi ultimi, Swift indica una realtà interessante. Cioè: l'euro, a sorpresa, è la prima moneta usata per i pagamenti negli scambi commerciali. Una situazione, quest'ultima, dovuta alla volontà della Cina (che possiede circa 1.300 miliardi in treasury) di diversificare e ridurre la dipendenza dal dollaro. La svalutazione di quest'ultimo, infatti, può fare male al Dragone.