(Riflessioni culturali) Addio al filosofo Michalski "pontiere" della Mitteleuropa (Dario Fertilio, Corriere della Sera, 13 febbraio 2013)

14.02.2013 06:14

Il filosofo polacco Krzysztof Michalski, scomparso a Vienna sessantaquatrenne, sarà ricordato come "Grande Pontiere". Non in senso architettonico, né solo politico. Piuttosto, da intellettuale polacco mitteleuropeo qual era, e rettore del famoso Istituto di scienze umane a Vienna, la sua figura resterà legata allo scambio culturale fra l'ex Europa dell'Est, come veniva chiamata al tempo dei regimi comunisti, e la nuova Unione che tentava di nascere tra le pastoie burocratiche di Bruxelles e Strasburgo. Per la verità, Michalski aveva iniziato la sua azione molto prima della caduta del Muro, nel 1989, contribuendo a far comprendere in tutta l'Europa Centrale la portata della svolta storica, politica, e ancora più culturale, che si andava preparando. Per questo si era servito di numerose cattedre universitarie: a Varsavia, Boston, Cambridge e infine Vienna, dove ha fondato nel 1982 l'istituto cui si sarebbe poi sempre dedicato. Ma il suo impegno in seguito si è trasferito anche sul terreno pratico, quando è divenuto consigliere di Romano Prodi, all'epoca in cui quest'ultimo rivestì la carica di presidente della Commissione europea. E ancora, il suo nome è balzato di colpo alla notorietà per i fedeli della Chiesa cattolica, quando papa Wojtyla lo ha scelto come interlocutore nella realizzazione del suo ultimo libro: "Memoria e Identità", pubblicato dalla Rizzoli nel 2004. Quel testo è nato da un dialogo di Giovanni Paolo II con lui e il filosofo polacco Tischner, durante i seminari di Castelgandolfo di cui Michalski era l'organizzatore. Fra i suoi molti riconoscimenti internazionali l'Europauscher Kulturpreis.