(Repubblica Democratica del Congo) Nord Kivu: su "Radio Moto" il dramma dei rapimenti (Misna)

22.07.2013 14:46

“Alcuni ostaggi allo stremo sono stati uccisi dai rapitori durante il cammino” hanno detto due cittadini congolesi riusciti a fuggire dopo due settimane di prigionia nelle mani dei ribelli ugandesi delle Adf-Nalu. Il loro racconto è stato rilanciato da Radio Moto, l’emittente dei padri assunzionisti nella diocesi di Butembo-Beni.

“Nel Parco della Virunga – hanno sottolineato i due, dopo aver raggiunto la cittadina di Oicha – ci sono diversi punti dove i ribelli riescono a far atterrare elicotteri carichi di armi e rifornimenti”. Nel cuore del Nord Kivu, una provincia dell’est della Repubblica democratica del Congo ricca di risorse minerarie, ci sarebbero diverse “piste di atterraggio”.

Le Adf-Nalu, nate negli anni ’90 e formate per lo più da musulmani che denunciavano discriminazioni da parte del governo ugandese, sono uno dei tanti gruppi responsabili di violenze e sequestri. Secondo le testimonianze rilanciate da Radio Moto, nelle loro mani ci sarebbero anche tre padri assunzionisti rapiti nella parrocchia di Mbau il 19 ottobre scorso.

Un episodio doloroso, ma simile a tanti altri. Nel fine-settimana 17 persone sono state rapite da un commando non identificato mentre viaggiavano a bordo di un autobus lungo una strada che collega il distretto dell’Ituri alla città di Beni. Le autorità locali hanno accusato le Adf-Nalu, ma nella zona sono attivi anche milizie Mai Mai.

In questo contesto, alcuni sperano nel dispiegamento di un’unità speciale di peacekeeper delle Nazioni Unite. I deputati dell’assemblea provinciale del Nord Kivu hanno rivolto un appello ai ‘caschi blu’ affinché “mettano fine alle attività dei gruppi armati che saccheggiano la regione”. Il riferimento non è solo all’area di Beni ma anche a quella del capoluogo provinciale Goma. Il Movimento del 23 marzo, un gruppo ribelle composto per lo più da combattenti di etnia tutsi, ha ripreso la sua avanzata. Gli scontri con l’esercito nelle località di Kibati e Kanyarucinya hanno provocato più di 4000 sfollati ma non sono bastati a fermarlo.