(Paraguay) Strage Curuguaty, chiesto processo per i "campesinos" (Misna)

16.07.2013 14:53

Dopo la pausa di giugno, con una richiesta di rinvio a giudizio a carico di 12 ‘campesinos’ è ripresa l’udienza preliminare sulla strage di Curuguaty (nordest), costata poco più di un anno fa la presidenza all’ex vescovo di San Pedro Fernando Lugo. Il pm Jalil Rachid ha chiesto anche il proscioglimento per altri tre contadini per mancanza di prove.

Il 15 giugno 2012 un battaglione della polizia fu inviato a effettuare un’operazione di sgombero contro un gruppo di contadini che occupavano la tenuta agricola Marina Cué chiedendo che fosse destinata alla riforma agraria poiché al centro di un annoso conflitto tra lo Stato e la famiglia dell’imprenditore e senatore ‘colorado’ Blas N. Riquelme. Negli scontri che seguirono, la cui dinamica resta ancora in parte oscura, rimasero uccisi sei poliziotti e 11 contadini “senza terra”. Il caso portò una settimana dopo alla destituzione controversa di Lugo.

Secondo Rachid, ritenuto del tutto parziale dalla difesa dei ‘campesinos’ per la sua vicinanza alla famiglia Riquelme, i poliziotti furono vittime di un’imboscata tesa dai contadini. Gli arrestati, tutti già sottoposti a un lungo periodo di carcerazione preventiva, sono stati formalmente accusati di omicidio aggravato, associazione per delinquere ma anche occupazione di immobile, nonostante la proprietà della tenuta agricola in questione sia ancora tutta da determinare.

“È curioso che una giustizia che ha fretta di condannare i ‘campesinos’ senza prove sia tanto lenta quando si tratta di definire la situazione delle terre di Marina Cué” hanno commentato gli attivisti a favore dei contadini riuniti nel gruppo Articulación Curuguaty. “Esprimiamo la nostra preoccupazione – hanno aggiunto – perché il pm, il giudice o lo stesso potere giudiziario non hanno mai intrapreso alcuna azione mirata a chiarire chi assassinò i contadini ‘senza terra’ né le circostanze in cui si svolsero i fatti”.