Nel mirino gli oligarchi di Mosca (Fabrizio Dragosei, Corriere della Sera, 17 marzo 2013)

17.03.2013 12:39

(L'Europa al salvataggio di Cipro. Con la tassa sui conti correnti. Una tantum fino al 9,9% dei depositi. Corsa ai bancomat)

Sarà un bel salasso anche per loro, ma almeno salverà i depositi e gli asset che controllano tramite le banche dell'isola. Sono russi infatti buona parte dei soldi custoditi nelle banche cipriote. Tramite istituti registrati lì e società offshore, inoltre, vengono controllate moltissime compagnie che operano in Russia. "Se gli istituti di credito ciprioti venissero nazionalizzati, diverrebbero padroni di mezza Federazione Russa", ha commentato scherzando (ma non troppo) il blogger Aleksej Navalny, uno dei leader dell'opposizione. Il fatto è che dal crollo dell'Urss nel 1991, l'isola è diventata la principale base all'estero della finanza russa. Per entrare basta ottenere un visto "istantaneo" via Internet; per diventare residenti permanenti è sufficiente acquistare una villetta da 300 mila euro. Poi si opera liberamente, si pagano tasse del 5% sui dividendi e, naturalmente, si investe in Russia sotto il mantello europeo. Non a caso Cipro è da sempre il Paese dal quale proviene la maggior parte degli investimenti diretti fatti nella Federazione, il 28 per cento, vale a dire cinque volte le dimensioni dell'economia cipriota. L'accusa, respinta con sdegno dalle autorità dell'isola, è che i traffici finanziari tra i due Paesi nascondano schemi colossali di evasione fiscale (in Russia, cosa che secondo Cipro non dovrebbe preoccupare l'Ue) e di riciclaggio. L'anno scorso dalla Russia sono usciti illegalmente 37 miliardi di euro, secondo la Banca centrale. Il capo dell'avvocato Sergej Magnitsky, che morì in carcere dove fu mandato dopo aver denunciato funzionari pubblici corrotti, ha affermato che più di 20 milioni di quella frode sono finiti nelle banche cipriote. E la procura dell'isola sta indagando sull'accusa. Ma anche una grande banca come la Vtb è finita nel mirino delle autorità monetarie per operazioni che apparivano poco trasparenti. Come quando pagò a una società cipriota 457 milioni di dollari per apparecchiature che la stessa società aveva appena acquistato per 297 milioni. Un caso citato dal Financial Times. Alla fine del 2012 le banche russe (molte possiedono istituti ciprioti) avevano crediti nei confronti di società dell'isola operanti in Russia per una cifra superiore ai 30 miliardi di euro e depositi per oltre 8 miliardi: è evidente che anche Mosca tiene molto al salvataggio di Cipro. Per ora ha concesso 2 miliardi e mezzo di euro al 4,5% di interesse da restituire nel 2016. Mercoledì il ministro delle Finanze cipriota sarà in Russia per chiedere una estensione di cinque anni e la riduzione degli interessi.