(Libia) Raid e sciopero, fermo il porto petrolifero di Zuetina (Misna)

17.07.2013 10:21

Sono ferme le attività al terminal petrolifero di Zuetina, situato all’est della Libia, dopo un raid attribuito a “manifestanti armati”: lo riferiscono fonti di stampa panarabe, precisando che il blitz si è verificato dopo tre settimane di proteste dei lavoratori dell’impianto produttivo e di esportazione. “Il gruppo, in parte costituito da civili che nelle ultime settimane hanno bloccato il terminal, ha fatto irruzione, chiedendo che ogni attività venga interrotta” ha dichiarato ad agenzie internazionali un ingegnere di Zuetina, 850 km ad est di Tripoli. Poche ore prima gli impiegati della ‘Libya’s Zuetina Oil Company’ avevano sospeso un sciopero portato avanti da settimane con motivazioni salariali e per chiedere cambiamenti ai vertici della società. Gli stessi lavoratori hanno precisato che valuteranno le proprie rivendicazioni alla fine del mese del Ramadan, prevista tra l’8 e il 9 agosto.

L’interruzione delle attività al terminal di Zuetina, che a pieno regime realizza il 20% delle esportazioni del greggio libico, ha anche avuto ripercussioni sul rifornimento di gas di alcuni impianti di produzione di energia elettrica in diverse località del paese. Dall’inizio della settimana erano riprese col contagocce le esportazioni di oro nero, soltanto quello già stoccato nel porto, a destinazione dell’Italia.

Oltre alle proteste dei lavoratori nel settore di attività cruciale per l’economia nazionale, il governo libico deve ancora far fronte all’insicurezza alimentata da milizie e gruppi armati che destabilizzano il paese. Nelle ultime ore autobombe esplose a catena a Tripoli hanno colpito quattro veicoli della polizia militare, causando soltanto ingenti danni materiali. Gli attentati si sono verificati mentre il Congresso generale nazionale (Gnc), la massima istituzione politica della Libia post-Gheddafi, ha approvato la legge per l’elezione del comitato incaricato di redigere la nuova Costituzione. Il comitato sarà costituito da 60 membri, di cui sei donne. “Il criterio più importante che i futuri candidati dovranno rispettare: quello di non essere membri delle forze armate o di alcuna istituzione incaricata della sicurezza” ha riferito il quotidiano locale Libya Herald.