(Kazakistan) Il Kazakistan si fa avanti come Stato promotore del disarmo nucleare (Daniela Poddesu, Meridiani, 22 febbraio 2013)

22.02.2013 11:20

A partire dal 25 febbraio l’Iran incontrerà il gruppo dei Cinque+1 in Kazakistan per riprendere il dialogo sul nucleare. Il gruppo dei Cinque+1 è composto da i membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Cina, Gran Bretagna, Francia, Russia, Stati Uniti) più la Germania.

Gli incontri di Istanbul, Bagdad e Mosca avvenuti durante il 2012 non hanno fatto fare passi in avanti sulla questione dello sviluppo del programma nucleare iraniano. Il portavoce di Catherine Ashton, capo della politica estera dell’Unione europea, ha dichiarato che già da dicembre erano state avanzate svariate proposte per un possibile nuovo incontro. L’Iran ha accettato la proposta di incontro con sede in Kazakistan.

A confermare l’imminente ripresa dei negoziati è stata la dichiarazione del ministro degli esteri iraniano, Ali Akbar Salehi, al termine della conferenza sulla sicurezza internazionale, che si è conclusa il 3 febbraio a Monaco: “Ho una buona notizia da condividere, l’incontro tra il gruppo dei Cinque+1 e l’Iran si terrà il 25 febbraio ad Almaty”.

Essere la sede di un incontro tra le principali potenze mondiali e l’Iran consentirà al Kazakistan di ridefinire positivamente la propria immagine internazionale e a Nursultan Nazarbayev, il presidente, di accrescere la propria popolarità. In suo un articolo pubblicato sul New York Times a marzo del 2012, il cui titolo recitava “Cosa l’Iran può imparare dal Kazakistan”, Nazarbayev sosteneva che il Kazakistan dovesse essere un esempio da seguire per il vicino Iran sul tema del disarmo nucleare.

Il suolo kazako fu utilizzato in epoca sovietica come sede di svariati test nucleari. Nella base di Semipalatinsk gli esperimenti hanno causato grossi danni ambientali e non solo. Nazarbayev parla nel suo articolo del prezzo pagato dalle popolazioni locali: nelle zone circostanti il poligono il numero di persone affette da tumori o nate con malformazioni è molto più elevato rispetto alle altre regioni del paese.

Al momento dell’indipendenza il Kazakistan avrebbe potuto diventare la quarta potenza nucleare al mondo, ma scelse di rinunciare del tutto al nucleare e all’arsenale di derivazione sovietica già prima di diventare un paese indipendente. Nel suo articolo il presidente ha dichiarato che comprende la difficoltà dei paesi dotati di nucleare a rinunciarci. Finché anche un solo paese al mondo avrà accesso a questo tipo di armi, gli altri non si sentiranno al sicuro senza un arsenale proprio.

L’incontro di Almaty sembra iniziare sotto i più buoni auspici. Iran e Stati Uniti vedo di buon occhio il coinvolgimento del Kazakistan ritenuto da entrambi un affidabile mediatore. L’Iran considera il Kazakistan un ospite imparziale e benevolo. A differenza di altri paesi, Astana non ha seguito gli Stati Uniti, l’Unione europea e gli altri paesi che hanno adottato ulteriori sanzioni ai danni dell’Iran rispetto a quelle stabilite dalle Nazioni Unite. Anche gli Stati Uniti considerano il Kazakistan un onesto intermediario per il dialogo sul tema del nucleare iraniano. Il fatto che i due (Iran e Stati Uniti) vedano di buon occhio il paese ospitante potrebbe essere un fattore importante per il raggiungimento dei risultati concreti che la Ashton di aspetta da questa nuova tornata negoziale.

L’intento kazako di intervenire sul tema del disarmo è avvalorato dalle proposte di  Nazarbayev. Ancora nell’articolo uscito sul New York Times, Nazarbayev ha ipotizzato la creazione di una banca di uranio combustibile che rifornirebbe tutti gli altri paesi che volessero utilizzarlo per scopi pacifici. Non bisogna dimenticare che il Kazakistan è il maggior produttore al mondo di uranio e per questa ragione Nazarbaev ipotizza che la banca possa avere sede in Kazakistan. Per la sua istituzione è però necessaria l’approvazione della Aiea (Agenzia internazionale per l’energia atomica).