(Italia/Europa/Riflessioni strategiche) Dalle urne un'insurrezione. Si rischia il crollo democratico

27.02.2013 07:16

Stefano Montefiori, sul Corriere della Sera del 27 febbraio 2013, intervista Dominique Reynié, docente a Sciences-Po.

(...) D - Perché teme per l'Europa intera ?

R - Stiamo bruciando, in ogni Paese, tutti i possibili metodi per governare. Le grandi coalizioni, l'esperimento del governo tecnico, le elezioni ripetute come in Grecia che poi danno esiti peggiori ... I partiti di sistema diventano essi stessi populisti. Che cosa è la lettera sul rimborso dell'Imu da parte di Berlusconi, un ex premier, se non una tecnica al limite della destabilizzazione ? Il risultato di Grillo è gigantesco, ma anche quello di Berlusconi significa protesta anti-Europa, anti-sistema. Quella italiana è una insurrezione. Elettorale e per adesso non violenta, per fortuna, ma insurrezione. 

(...) D - Perché Beppe Grillo è populista, e perché le fa così paura ?

R - Perché, xenofobia a parte, rispetta i canoni del genere: critica della democrazia rappresentativa (non a casa insiste sulla democrazia diretta), attacchi in tutte le direzioni alle élites, retorica del "destra e sinistra tutti ladri allo stesso modo", euroscetticismo o comunque proposta di organizzare un refereundum per uscire dall'euro.

D - Visti i risultati degli ultimi anni, non è lecito nutrire dubbi su Bruxelles ?

R - Certamente, ma bisogna farlo per le ragioni vere. I problemi dei singoli Paesi non sono colpa dell'Europa. Chi lo sostiene fa leva sulla disperazione degli elettori ma li inganna, in questo è populista. La verità è che la democrazia in Europa non può più funzionare bene, ma per altre ragioni.

D - Quali ?

R - Tre fondamentali, comuni a tutti i Paesi: 1) globalizzazione economica (i tedeschi stanno un pò meglio ma anche loro hanno avuto colpi tremendi sul piano sociale); 2) invecchiamento demografico; 3) esaurimento delle risorse pubbliche. La democrazia funziona se c'è crescita e redistribuzione delle risorse. E in Europa ormai non c'è più niente da redistribuire.

(...) D - Quali responsabilità ha l'Europa ?

R - Poche da un punto di vista economico globale, ma enormi nella gestione politica della crisi. Abbiamo appena approvato un budget europeo al ribasso, quando bisognava dare il segnale esattamente opposto. E' stata una decisione storica, gravissima, che non finirà di avere conseguenze.

D - Per esempio ?

R - Penso alle prossime elezioni europee, nel 2014. Se continua così, rischiamo di riempire il Parlamento di Strasburgo di deputati euroscettici, radicali, antisistema. In sostanza il crollo dell'istituzione più democratica dell'Ue.

D - Teme una svolta violenta ?

R - Non la escludo, in generale. Non abbiamo mai affrontato il tema della sostenibilità politica dell'austerity. I cittadini possono sopportarla per mesi, non per anni. Guardiamo alla Grecia, un Paese a pezzi. Il guaio dei leader populisti è che vincono grazie ai problemi, ma non sono in grado di risolverli. E nessuno è al riparo, né l'Italia, né la Spagna, né la Francia .