In giro per il mondo, agenzia Misna, 5 marzo 2013

05.03.2013 17:21

(Sud Sudan) JONGLEI, ESERCITO RIPRENDE OFFENSIVA CONTRO RIBELLI.

Almeno 28 ribelli sono stati uccisi nel primo giorno di un’offensiva dell’esercito del Sud Sudan nella regione orientale di Jonglei: lo ha detto oggi un portavoce delle Forze armate, sottolineando che le operazioni sono cominciate dopo il fallimento di un tentativo di negoziato.

Gli scontri più intensi si sono verificati ieri nei pressi di Kongkong, una località a est della cittadina di Pibor. “Ai capivillaggio era stato dato del tempo per raggiungere un accordo con David Yau Yau – ha detto il portavoce in riferimento all’ex generale che guida i ribelli – ma i loro tentativi sono falliti”.

Jonglei è una delle regioni più instabili del Sud Sudan, un paese divenuto indipendente nel 2011 dopo una lunga guerra civile. Negli ultimi due anni scontri per il controllo del bestiame e dei pascoli hanno contrapposto più volte le comunità Lou Nuer e Murle, provocando circa 2000 vittime. Contro Yau Yau, sostenuto per lo più da Murle, l’esercito aveva avviato una prima campagna militare nell’ottobre scorso.

(Tanzania) APPELLO A CRISTIANI E MUSULMANI PER UNA GIORNATA DELLA PACE.

Una giornata per la pace, nella quale cristiani e musulmani manifestino insieme la loro opposizione a “un gruppo minoritario” che strumentalizza la religione per raggiungere obiettivi politici: è l’idea lanciata, tramite una lettera aperta, dalla Commissione giustizia e pace della Conferenza episcopale della Tanzania.

Il documento è stato diffuso al termine di un incontro che si è svolto a Dar es Salaam pochi giorni dopo l’uccisione di un sacerdote cattolico nell’isola di Zanzibar ed altri episodi di violenza, attribuiti in diversi casi a gruppi islamisti.

“Con questa manifestazione – si afferma nella lettera – la popolazione della Tanzania direbbe forte e chiaro che vuole la pace, l’armonia e l’unità nel rispetto delle diversità di ciascuno”. La Commissione giustizia e pace sottolinea il legame tra gli episodi di violenza e le vicende politiche del paese, in particolare la stesura di una bozza di nuova Costituzione che potrebbe ridefinire i rapporti tra il Tanganica e l’arcipelago di Zanzibar nel quadro dell’Unione nata nel 1964. “Per molti anni abbiamo vissuto nell’unità – si sottolinea nella lettera – e adesso non vogliamo permettere che un gruppo minoritario crei disordini politici e religiosi con l’obiettivo di conquistare il potere e governare in modo dittatoriale”.

Dell’assassinio di padre Evarist Mushi, colpito a morte all’ingresso della sua parrocchia a Zanzibar, e della preoccupazione per un incrinarsi di rapporti interreligiosi finora sempre improntati al dialogo i giornali della Tanzania hanno scritto ancora oggi. Le ultime notizie riguardano la comparsa a Zanzibar di volantini nei quali non meglio individuati “cristiani” minaccerebbero di vendicarsi e un appello del muftì dell’isola, Sheikh Thabit Noman Jongo, affinché gli assassini del sacerdote siano arrestati al più presto.