In giro per il mondo, agenzia Misna, 4 marzo 2013

04.03.2013 15:50

(Mali) TRA MORTI VERE E PRESUNTE, NEL NORD SI CONTINUA A COMBATTERE.

La regione nord-orientale di Gao e il massiccio dell’Adrar des Ifoghas ai confini con l’Algeria sono le zone dove continuano con maggiore intensità gli scontri tra militari francesi e ciadiani, da una parte, e i gruppi islamisti che fino a gennaio controllavano il nord del Mali, da un’altra.

Secondo le dichiarazioni di ufficiali dell’esercito di Bamako, rilanciate dal quotidiano Journal du Mali, 50 combattenti del Movimento per l’unità e il jihad in Africa occidentale (Mujao) sono stati uccisi durante scontri a fuoco che si sono verificati tra venerdì e domenica nei pressi di Gao. Il ministero della Difesa di Parigi ha anche confermato la morte di un soldato francese, avvenuta sabato nel corso di “uno dei combattimenti più violenti” dall’inizio dell’operazione Serval nel gennaio scorso.

Tutte da verificare, invece, le informazioni relative alla presunta uccisione di due comandanti islamisti. Né nel caso di Abdelhamid Abou Zeid, comandante di Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi) nell’area di Timbuctù, né in quello di Mokhtar Belmokhtar, ritenuto responsabile dell’assalto alle installazioni petrolifere di In Amenas in Algeria, ci sono state conferme da parte di Bamako o di Parigi.

(Brasile) RIO: VERSO MONDIALI DEL 2014, “PACIFICATE” ALTRE ‘FAVELAS’.

E’ stata un’operazione-lampo e senza incidenti quella che ha consentito di recuperare il controllo di due vasti agglomerati di ‘favelas’ in un’area strategia di Rio de Janeiro di cui è prevista la “pacificazione”.

In vista dei Mondiali di calcio del 2014 e dei Giochi Olimpici del 2016, le autorità della metropoli hanno rafforzato negli ultimi anni la lotta ai narcotrafficani che proliferano nelle baraccopoli: l’ultima azione, in ordine di tempo, ha coinvolto 1500 uomini, per la maggior parte appartenenti al temuto Battaglione delle operazioni speciali (Bope) della polizia militare, nelle aree del Complexo do Cajú e Barreira do Vasco; si tratta, complessivamente, di 16 ‘favelas’ con oltre 22.000 abitanti, situate, tra l’altro, vicino alla strategica Avenida Brasil, che collega la zona nord di Rio con la zona ovest.

Obiettivo è “bonificare” la zona dai narcotrafficanti per poter installare nei prossimi mesi una Unità della polizia pacificatrice (Upp), come vengono denominati i commissariati permanenti di polizia installati nelle ‘favelas’. Il passo successivo sarà l’occupazione dell’immenso Complexo da Maré, sempre nella zona nord, il primo ‘colpo d’occhio’ sulla metropoli per il turista che atterra al vicino aeroporto internacional Tom Jobim, nonché considerata la zona più popolosa della città sotto il dominio della criminalità.