(In giro per il mondo) agenzia Misna, 28 febbraio 2013

28.02.2013 12:25

(Zambia) RIMPASTO DI GOVERNO, DESTITUITO IL MINISTRO DEGLI ESTERI.

“Tradimento e collaborazione con l’opposizione”: sono queste, secondo il portale di informazione Africa Review, le ragioni all’origine della destituzione del ministro degli Esteri Given Lubinda nel quadro di un rimpasto del governo dello Zambia.

Lubinda è stato sostituito da suo vice Effron Lungu, un altro esponente del Patriotic Front del presidente Michael Sata. Delle accuse a suo carico dovrà rispondere domenica nel quadro di un procedimento disciplinare del partito.

Africa Review ricorda che Lubinda non è il primo esponente del governo a essere destituito da Sata. Alcuni mesi fa a essere costretto a lasciare l’incarico era stato il ministro della Giustizia Sebastian Zulu.

Secondo i suoi sostenitori, Lubinda ha pagato l’ambizione di succedere a Sata, in carica dal 2011. Un’altra tesi, rilanciata dal portale di informazione Zambia Report, è che durante il suo incarico da ministro abbia acquisito una serie di proprietà grazie a pratiche illecite. Il rimpasto di governo, annunciato ieri, ha portato alla nomina di Rowland Msiska come segretario di gabinetto e di Effron Lungu come vice-ministro del Commercio.

(Messico) FINISCE IN CARCERE IMPORTANTE DIRIGENTE SINDACALE.

Sta creando scalpore nel panorama politico nazionale l’arresto dell’influente dirigente del Sindacato nazionale dei lavoratori dell’educazione (Snte) del Messico, Elba Esther Gordillo, fermata all’indomani della promulgazione della riforma dell’istruzione a cui l’organismo si era opposto.

Gordillo, 68 anni, è stata formalmente incriminata per associazione a delinquere e operazioni finanziarie irregolari: raramente, rilevano fonti di stampa, un personaggio del calibro di Gordillo, dal 1989 alla guida del Snte, è stato visto dietro le sbarre.

Secondo gli inquirenti, la dirigente ha compiuto operazioni finanziarie illecite con denaro proveniente dalle quote sindacali per coprire le sue spese personali, dall’acquisto di immobili ai negozi di lusso, alla manutenzione dell’aereo con cui è solita spostarsi. Insieme a lei sono state arrestate altre tre persone presumibilmente utilizzate per canalizzare i fondi del Snte a favore di Gordillo per una cifra superiore ai 2 miliardi di pesos (circa 119 milioni di euro).

Già nel suo discorso di investitura, il 1° dicembre scorso, il neo presidente Enrique Peña Nieto aveva annunciato una serie di riforme del settore educativo mirate anche ad attenuare il potere del sindacato guidato da Gordillo che rappresenta i docenti delle scuole pubbliche del paese; quella da poco approvata fissa tra l’altro nuovi criteri per l’avanzamento di grado dei docenti basati sui meriti e non a discrezione del Snte, come accadeva finora. Nelle prime dichiarazioni dopo l’arresto, ma senza riferimenti espliciti a Gordillo, il presidente ha sottolineato la necessità di proseguire l’inchiesta “fino alle sue ultime conseguenze”.

(Libia) RIPRESI I PROGETTI PER REALIZZARE RETE FERROVIARIA.

Il governo di Tripoli ha deciso di riprendere l’antico progetto di dotare la Libia di una rete ferroviaria. Secondo dichiarazioni rilasciate alla stampa nazionale dal ministro dei Trasporti Abdel-Qader Mohamed Ahmed il progetto sarà collegato all’ammodernamento dei porti di Zawia e Khoms, entrambi nell’ovest del paese, con l’obiettivo di farne due scali di raccordo tra l’Africa e l’Europa meridionale.

In relazione alla rete ferroviaria, il ministro ha parlato di contatti con una società russa aggiungendo di essere ora in attesa di una delegazione cinese. Sia cinesi che russi hanno già in portafoglio contratti firmati con il vecchio regime di Muammar Gheddafi che il nuovo governo ha deciso di rispettare.

Secondo informazioni riferite dalla stampa libica, il costo totale del progetto sarà di circa 9 miliardi di euro e prevede sia una tratta costiera da Bengasi fino al confine con la Tunisia sia una tratta interna da Misurata a Wadi Shatti, vicino Sebha.

La Libia non dispone attualmente di linee ferroviarie. Una prima rete centrata e ora in disuso era stata però costruita durante il periodo della colonializzazione italiana. Roma aveva anche avviato nel 1941 un progetto per collegare Bengasi a Tripoli ma i lavori furono interrotti a causa della seconda guerra mondiale.

BREVI DALL’AFRICA.

NIGERIA – Almeno due studenti universitari sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco durante una protesta per un’interruzione delle furniture idriche nella città di Keffi, situata nello Stato centrale di Nasarawa. Un portavoce dell’esercito nigeriano ha respinto l’accusa che a sparare siano stati militari.

ZAMBIA – Sono state rinviate al 14 marzo le elezioni suppletive per il parlamento in programma oggi nella circoscrizione meridionale di Livingstone. All’origine della decisione ci sono i disordini nei quali, lunedì notte, ha perso la vita un esponente del partito di governo Patriotic Front.

KENYA – I prezzi dei beni di consumo sono aumentati a febbraio dello 0,71%, spingendo l’inflazione su base annua al 4.45%. Secondo molti giornali di Nairobi, l’aumento dei prezzi è una conseguenza dei timori di violenze in occasione delle elezioni legislative e presidenziali del 4 marzo.

SUDAFRICA – Una campagna educativa contro la violenza sessuale raggiungerà a partire da domani 10 milioni di bambini e ragazzi nelle scuole del Sudafrica. L’iniziativa, sostenuta dal governo, è nata sull’onda dello sgomento suscitato dallo stupro di una ragazza di 17 anni avvenuto all’inizio del mese.

(Somalia) A KISMAYO SI DECIDE IL FUTURO STATO DI ‘JUBALAND’.

È in corso a Kismayo, dopo diversi rinvii, la conferenza per la creazione di uno Stato di Jubaland nella regione meridionale che comprende le aree di Medio e Basso Juba e Gedo. Lo riferisce la stampa somala secondo cui all’incontro sono presenti rappresentanti del governo di Mogadiscio e esponenti dell’amministrazione di Garbaharey, capoluogo di Gedo, oltre a delegazioni di numerosi paesi stranieri, africani e non.

Sheikh Mohamud Dauud Odweyne, portavoce del movimento Ahlu al Sunna wa al Jamaa a Gedo e membro del comitato tecnico per il processo di formazione di uno Stato di Jubaland ha detto alle emittenti radiofoniche locali che “i residenti della regione hanno accolto con gioia questa conferenza, che deciderà il futuro del paese e il benessere delle popolazioni locali”.

Dalla città portuale, un tempo roccaforte delle milizie antigovernative al Shabaab, il ministro degli Interni Abdikarim Hassan Guled ha twittato: “Tutti devono essere a conoscenza del fatto che nessun clan o gruppo armato potrà decidere dal solo della creazione di un’amministrazione per Kismayo”. Il riferimento è alla milizia di Ras Kamboni e al suo capofila Sheik Ahmed Madobe che, di fatto, hanno sottratto la città all’influenza delle milizie Al Shabaab e che ora ne detengono il controllo.

A favore della nascita di uno stato di Jubaland (altrimenti noto come Azania), con ampia autonomia da Mogadiscio, si sono spese le autorità keniane che da sempre guardano con interesse alla regione meridionale della Somalia, in funzione strategica – come zona ‘cuscinetto’ oltre i propri confini settentrionali – e commerciale, considerata l’importanza del porto cittadino come scalo a livello regionale.

Ad alimentare l’interesse di Nairobi per il Jubaland, secondo diversi commentatori, intervengono inoltre i progetti relativi alla creazione di un ‘hub’ petrolifero nella zona di Lamu, poco distante dal confine, verso cui convogliare petrolio e gas naturale provenienti dai paesi dell’interno come Sud Sudan e Etiopia.

Le autorità di Mogadiscio hanno chiesto più di una volta che la conferenza in corso a Kismayo si tenesse nella capitale somala. Una richiesta respinta dall’amministrazione provvisoria della città guidata da Ras Kamboni.