In giro per il mondo (agenzia Misna, 20 marzo 2013)

20.03.2013 12:08

(Messico) VERSO DRASTICA RIFORMA AZIENDA PETROLIFERA STATALE

Garantire la sicurezza energetica con l’aumento della produzione petrolifera e la sostenibilità: questo l’obiettivo strategico di quella che alcuni commentatori latinoamericani già chiamano la “madre di tutte le riforme”, ovvero la trasformazione dell’azienda petrolifera statale Petróleos Mexicanos (Pemex) annunciata dal presidente Enrique Peña Nieto.

Il presidente ha proposto che Pemex diventi “un’impresa pubblica a carattere produttivo che si conservi come proprietà dello Stato, ma che abbia anche la capacità di competere come un’azienda di classe mondiale”. Una riforma più che necessaria, secondo Peña Nieto, a fronte del rischio che, mantenendosi le tendenze attuali, “entro il 2020 il Messico potrebbe convertirsi in un paese strutturalmente deficitario di energia”.

Il capo dello Stato ha ipotizato sei linee d’azione, insistendo in particolare sulla necessità di rinnovare la struttura organizzativa, collegare l’azienda ai fornitori ed assicurare che l’azienda copra la domanda energetica interna a pressi competitivi.

Secondo diversi esperti, Pemex (che contribuisce, peraltro per il 40% agli introiti dell’erario pubblico) richiede un’urgente riforma, dopo il drastico crollo della produzione, passata da 3,4 milioni di barili nel 2004 a 2,5 milioni di barili nel 2012.

Al 1° gennaio 2013 le riserve petrolifere comprovate del Messico ammontavano a 13,8 miliardi di barili, capaci di garantire per 10 anni la produzione di idrocarburi. Le riserve provate, probabili e possibili sono calcolate in 44,5 miliardi di barili, equivalenti a 30 anni di produzione.

La politica energetica promossa da Peña Nieto rientra nel cosiddettom ‘Pacto por México’, accordo raggiunto nei primi giorni del suo governo dai leader delle tre principali forze politiche nazionali, inclusa una parte della sinistra.