In giro per il mondo (agenzia Misna, 19 marzo 2013)

19.03.2013 15:25

BREVI DALL’AFRICA (Mali, Guinea, Costa d’Avorio, Senegal, Gabon)

MALI – E’ stato incriminato per “incitamento alla disubbidienza” e trasferito dal tribunale al carcere centrale di Bamako il direttore di pubblicazione del quotidiano ‘Le Républicain’, Boukary Daou. L’apertura del processo è prevista per il 16 aprile ma i suoi legali hanno già annunciato che chiederanno la libertà provvisoria. A Daou viene contestata la pubblicazione da parte della sua testata di una lettera dei militari che denunciavano i privilegi concessi all’influente capitano Amadou Haya Sanogo, alla guida della giunta militare autrice del colpo di stato del marzo 2012.

GUINEA – Si amplia il fronte dell’opposizione al presidente Alpha Condé con l’obiettivo di portare avanti la contestazione del processo elettorale in vista delle legislative in agenda per il 12 maggio. “Abbiamo dato vita a un fronte comune che raggruppa i 2/3 dei partiti di opposizione contro un potere che non rispetta la legge e non cede davanti a nulla” ha dichiarato il portavoce del Fronte dell’Unione per la democrazia e il progresso (Fdp), una coalizione di cinque partiti entrato a far parte del Collettivo per la finalizzazione della transizione, dell’Alleanza per la democrazia e il progresso (Adp) e del Club dei Repubblicani (Cdr).

COSTA D’AVORIO – Una visita “storica” per rafforzare l’asse Rabat-Abidjan e dare un esempio di “cooperazione Sud-Sud”: è in questi termini che la stampa ivoriana annuncia la visita odierna del re del Marocco Mohamed VI, che durerà 48 ore per quanto riguarda la parte ufficiale e altre 72 ore quella privata. Al primo posto dei colloqui ci saranno i rapporti economici bilaterali, già rafforzati negli ultimi anni tra il regno del nord Africa e la prima potenza dell’Africa occidentale. La cooperazione è molto stretta nel settore edile e immobiliare ma anche dei servizi, con la presenza in Costa d’Avorio di Royal Air Maroc e dell’Ufficio nazionale dell’acqua potabile (Onep).

SENEGAL – Entro il 14 aprile dovrà giustificare in sede giudiziaria la natura lecita del suo patrimonio stimato in un miliardo di euro l’ex ministro Karim Wade, figlio del presidente uscente Abdoulaye Wade, al potere dal 2000 al 2012. L’inchiesta per corruzione che riguarda non solo il figlio dell’ex capo di stato è oggi in apertura di tutti i quotidiani locali. I legali di Wade ma anche i sostenitori dell’ex partito al potere continuano a denunciare un procedimento “politicamente motivato”. Per Thierno Alassane Sall, suo successore al ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “la giustizia deve seguire il suo corso e andare fino in fondo”. Karim Wade viene sospettato di arricchimento illecito e corruzione durante gli anni in cui è stato alla guida di più dicasteri.

GABON – Ventotto paesi e più di 600 partecipanti già accreditati si sono dati appuntamento a Libreville per il V Congresso africano del petrolio e la Mostra (Cape), che si aprirà il 26 marzo. Si tratta di un salone triennale organizzato dall’Associazione dei produttori di petrolio africani (Appa), a margine del consiglio dei ministri competenti dell’organismo di cui fanno parte 16 paesi che totalizzano il 98% della produzione e delle riserve di idrocarburi del continente. Il tema scelto riguarda le “prospettive per gli idrocarburi in Africa, equilibrio tra produzione e sviluppo sostenibile”.

(Perù) SUSANA VILLARÁN RESTA SINDACO DI LIMA

Susana Villarán, la prima donna sindaco di Lima, nonché la prima, nel 2011, a riportare al governo della capitale la sinistra dopo 27 anni di assenza, resterà al suo posto: lo confermano gli ultimi dati, sebbene ancora parziali, diffusi dall’Ufficio nazionale dei processi elettorali (Onpe) sul referendum revocatorio del mandato del primo cittadino celebrato domenica.

Conteggiato il 40% delle schede, il ‘no’ alla destituzione di Villarán, distintasi per aver condotto una lotta frontale contro la corruzione principalmente nel nevralgico settore dei trasporti e contro il commercio informale, è al 48,8%; il ‘sì’, promosso dal suo predecessore, Luis Castañeda, del partito di centro-destra Solidaridad Nacional e dall’ex presidente Alan García, leader del partito Apra, è al 45,8%.

La differenza di voti a favore di Villarán – sono finora 37.835 – è considerata definitiva da media e analisti, secondo i quali si garantisce così la stabilità politica della capitale, motore economico del Perù a cui contribuisce con il 50% del Prodotto interno lordo.

Già ministro della Donna e candidata presidenziale, 63 anni, Villarán è stata sostenuta dal Partito Popolare Cristiano (Ppc), di centro-destra, di Lourdes Flores, anch’ella ex candidata alla massima carica dello Stato, alleatasi con lo schieramento di centro-sinistra Fuerza Social guidato dalla stessa Villarán.

(Cuba) VENERDÌ SANTO FESTIVO ANCHE QUEST’ANNO

Per la seconda volta consecutiva dalla vittoria della Rivoluzione, nel 1959, il Venerdì Santo sarà festivo anche a Cuba: una decisione vista come una mano tesa a Papa Francesco e un ulteriore avvicinamento tra il governo e la Chiesa locale, presa per la prima volta nel 2012 “con carattere eccezionale”.

Accogliendo una richiesta formulata da Benedetto XVI in occasione del suo viaggio apostolico nell’isola, lo scorso anno il presidente Raúl Castro aveva annunciato la misura riservando all’Assemblea nazionale la decisione definitiva sul calendario; in attesa che il parlamento si esprima, il quotidiano ufficiale Granma ha pubblicato una nota ufficiale in cui si informa che “la direzione del paese ha deciso di approvare la pausa delle attività lavorative venerdì 29 marzo 2013”

Per lungo tempo complesse, le relazioni tra il governo e la Chiesa cubana sono gradualmente migliorate dopo la storica visita di Giovanni Paolo II nel 1998; Fidel Castro dichiarò in seguito festivo il 25 dicembre, decisione che si è mantenuta finora. Il fratello Raúl, al potere dal 2006, ha proseguito su questa strada attraverso un inedito dialogo bilaterale avviato nel maggio 2010 il cui risultato più manifesto è stato il rilascio progressivo di oltre 130 prigionieri politici.

Raúl Castro è stato fra l’altro tra i primi dirigenti latinoamericani ad inviare un messaggio di felicitazioni a Papa Francesco per la sua elezione.

(Zimbabwe) REFERENDUM, APPROVATA LA NUOVA COSTITUZIONE

È stata approvata con oltre il 94% dei voti, la nuova Costituzione dello Zimbabwe: lo ha reso noto oggi la Commissione elettorale, annunciando i risultati del referendum che si è svolto sabato.

Sulla base dei dati, diffusi durante una conferenza stampa ad Harare, i “sì” sono stati tre milioni e 79.000. I “no”, invece, non hanno superato i 179.000.

L’approvazione della Costituzione era ritenuta scontata perché il testo era frutto di un compromesso fra i tre principali partiti dello Zimbabwe, rappresentati nel governo di unità nazionale entrato in carica dopo la crisi politica e le violenze elettorali del 2008. Tra le novità previste dalla Carta fondamentale ci sono un limite di due mandati consecutivi alla guida dello Stato e una riduzione dei poteri del presidente nei rapporti con l’esecutivo, il parlamento e la magistratura. Nei prossimi mesi, sulla base della nuova Costituzione, nello Zimbabwe dovrebbero tenersi elezioni legislative e presidenziali.