Il G20 riconosce il fallimento del sistema economico mondiale promosso dal FMI (Eurasia rivista, 5 marzo 2013)
Nell’ultima riunione dell’organizzazione, gli esperti del G20 hanno dichiarato il fallimento dell’attuale modello del sistema economico. Le mobilitazioni della popolazione civile dimostrano, in concreto, l’inefficacia del libero mercato nei diversi paesi sviluppati.
L’idea del libero mercato e della competizione sfrenata sono stati i migliori propulsori dell’economia e son serviti per tanto tempo come cura di tutti i mali finanziari. Ciò nonostante, la situazione è cambiata non appena la tempesta [della crisi, ndt] è entrata nelle case statunitensi ed europee. Così un gruppo di economisti del G20, analizzando le ultime crepe nell’economia mondiale, ha riconosciuto il fallimento dell’idea dell’autoregolazione dei mercati che si vede di riflessa nelle crisi che passano dagli Stati Uniti e che arrivano fino alla Grecia e alla Spagna.
L’assenza di qualsiasi tipo di controllo provoca una condotta irrazionale da parte di alcuni “giocatori” del mercato: corruzione totale, evasione fiscale e una continua corsa al conseguimento della ricchezza. La principale ragione del fallimento di questo sistema, secondo gli esperti, è che funziona in certi paesi a discapito delle economie di altre nazioni.
Secondo quanto esposto da un gruppo di economisti del G20, è necessaria una riforma immediata del sistema finanziario globale senza alcun procrastinamento, cosa che non era mai stata neppure menzionata quando i problemi erano lontani dalle grandi economie sviluppate.
Per esempio, in Ruanda, dopo due anni di cattivo raccolto, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) offrì i suoi prestiti di denaro solo a condizione che lo stato smettesse di dar man forte alle industrie agricole nazionali, dal momento che era una contraddizione con le regole del libero mercato.
Come risultato si ottenne una caduta drastica del reddito reale della popolazione e come conseguenza ci fu una sanguinosa guerra civile. Si possono trovare molti esempi di paesi con la stessa storia in comune, tra questi, molti fanno parte dell’area Latinoamericana.
“L’FMI è diventato, soprattutto a partire dagli anni ’80, uno strumento per la diffusione delle politiche neoliberali e del monetarismo. I risultati che possiamo apprezzare al giorno d’oggi sono il moltiplicarsi delle bolle speculative, l’esplosione di queste bolle, l’impoverimento di massa, le misure drastiche di austerità contro i popoli e così via …” ha dichiarato lo scrittore Juan Domingo Sánchez nelle sue dichiarazioni a Russia Today.
In seguito ha aggiunto: “Riguardo all’America Latina gli esempi sono molti. Basta pensare all’Argentina di Menem, che fu sottomessa ad un vero saccheggio, una vera e propria razzia”.
(Traduzione di: Marco Nocera)