(Guinea) Ondata di violenza a a N'Zerekore, decine le vittime (Misna)
Si aggrava di ora in ora il bilancio delle vittime di scontri tra due comunità rivali dei Guerzé e Konianké a N’Zérékoré, capoluogo della regione Forestale, al sud-est della Guinea. Secondo fonti mediche, 54 corpi senza vita sono già stati identificati all’obitorio dell’ospedale centrale della seconda città del paese, con 500.000 abitanti, e vengono riconsegnati alle famiglie dei due gruppi etnici. “Ci sono altri corpi che non sono stati ancora identificati. Alcune delle vittime sono state decapitate, altre arse vive” hanno riferito fonti sanitarie locali, avvertendo che “i medicinali scarseggiano, complicando ulteriormente le cure ai feriti”. Secondo le stesse fonti i feriti sarebbero almeno 130. E’ quindi destinato a crescere ulteriormente il bilancio delle violenze scoppiate nella notte tra domenica e lunedì, dopo la morte di un giovane di etnia Konianké durante a una presunta rapina in una stazione di benzina del vicino villaggio di Koulé (a circa 40 km).
Nonostante il coprifuoco in vigore dalle 18 alle 6, il dispiegamento di rinforzi militari e una mediazione in corso tra le due comunità, a N’Zérékoré la situazione rimane “precaria”: la gente è rintanata dentro casa e la maggior parte dei negozi rimane chiusa. Nelle ultime ore la scia di violenze ha raggiunto la città di Beyla, che dista una cinquantina di chilometri. Secondo il sito d’informazione Guinée News almeno due persone sono rimaste uccise in attacchi attribuiti a giovani Konianké ai danni di decine di abitazioni, locali e chiese. Le autorità della località confinante con la Costa d’Avorio hanno decretato un coprifuoco dalle 21 alle 6, in attesa del dispiegamento di soldati.
Storicamente la regione Forestale non è nuova a ondate di violenze intercomunitarie – la più grave risale al 1991 – e i fatti degli ultimi giorni hanno riaperto vecchie ferite e tensioni legate a motivi economici o di convivenza quotidiana tra i due gruppi. I Guerzé sono per lo più cristiani o animisti, mentre l’etnia dei Konianké è a maggioranza musulmana e strettamente legata alla comunità liberiana dei Mandingo. A complicare la coabitazione tra i due gruppi c’è la vicinanza di tre paesi fortemente instabili: Sierra Leone, Liberia e Costa d’Avorio. I miliziani delle nazioni confinanti, teatri di crisi e guerre negli ultimi decenni, hanno trovato rifugio nel sud-est della Guinea. Inoltre nel 2009, il capitano Moussa Dadis Camara che ha preso il potere con un colpo di stato a Conakry, aveva armato centinaia di giovani originari dalla regione Forestale, ritornati a casa negli ultimi mesi, sulla carta dopo un processo di disarmo.
Il riaccendersi delle violenze a N’Zérékoré si verifica mentre la Guinea si sta preparando ad un cruciale appuntamento elettorale. Dopo anni di rinvii e braccio di ferro politico tra la maggioranza del presidente Condé e l’opposizione, un voto legislativo è in agenda per il 24 settembre.