Giudizio storico. A un anno dalla rinunzia di Benedetto XVI

09.02.2014 07:15

Scrive Alberto Melloni sul Corriere della Sera (9 febbraio 2014): (...) Quando oggi si guarda alla rinunzia che costituisce il gesto più grande del pontificato ratzingeriano ci si rende conto che non si è trattato di una fuga da inquadrare in un provvidenzialismo facilone, ma d'un atto spirituale di solitaria tragicità di cui oggi cogliamo il significato storico. (...) Quello di cui ricorre il primo anniversario, dunque, è una rinunzia che ha segnato una svolta non perché ha desacralizzato il papato, ma perché ha mostrato quanto sia e dove si trovi la forza che rinnova la Chiesa. Ratzinger, a differenza dei predecessori lontani, ha conservato la talare bianca di vescovo emerito di Roma: ma non è diventato né il tutore né il metro del successore. Le fantasie sui "due Papi", sul "confronto continuo" sono svanite davanti all'inflessibile riserbo di Benedetto e alla quieta sicurezza di Francesco, l' uomo "risolto" che sembra fatto apposta per far sembrare lontanissimo ciò che precede il febbraio dell'anno scorso. La Chiesa fa così: quando mancano i segni premonitori, allora la primaverà è alle porte. E se la furia dei gabbiani non si scatena, se gli avvoltoi si limitano ad appollaiarsi sui trespoli intatti del potere a cui tengono, non sarà né breve né effimera.