(Europa) L’Europa taglia i fondi del programma Horizon 2020 per la ricerca (Lorenzo Cattivelli, Meridiani, 1 marzo 2013)

02.03.2013 18:58

Il Consiglio europeo del 7-8 febbraio sull’approvazione del bilancio 2014-2020 ha deciso un taglio dei fondi a ricerca e innovazione. Il programma Horizon 2020, il nuovo programma di finanziamento per la ricerca e l’innovazione proposto dalla Commissione europea per i prossimi sette anni, ha ricevuto 69 miliardi di euro contro i 79 proposti dalla Commissione nel novembre 2011.

L’obiettivo del programma è quello di garantire un livello di ricerca scientifica capace di assicurare la competitività dell’Europa nel lungo termine. Il programma è valido per il periodo 2013-2020, e finanzia i migliori progetti di ricerca presentati da università, centri di ricerca e imprese attraverso un sistema di bandi di gara gestito dalla Commissione che seleziona le migliori proposte a livello europeo. I finanziamenti sono rivolti a progetti che vogliono risolvere problemi cruciali per l’Europa, come l’energia pulita, i trasporti ecologici, e la sicurezza alimentare. Horizon 2020 è uno uno strumento fondamentale per la strategia Europa 2020, che vuole rilanciare l’economia dell’Ue nel prossimo decennio in modo eco sostenibile.

Aspetto importante di Horizon 2020 saranno le diverse iniziative collegate al progetto per promuovere e favorire la creazione di consorzi e partnership scientifiche a livello europeo (per citarne alcune: European Innovation PartnershipsJoint Programming Initiatives e Knowledge Innovation Communities). La Commissione intende sfruttare e valorizzare il potenziale di ricerca in tutti gli Stati membri, con l’obiettivo di colmare il divario di competitività dell’Unione rispetto ai paesi più avanzati, primi fra tutti gli Stati Uniti.

Anche il Parlamento europeo è fra le istituzione più attente alle esigenze della ricerca. Lo scorso novembre ha appoggiato l’iniziativa di 44 premi Nobel nelle discipline scientifiche, per chiedere che il programma Horizon 2020 fosse dotato di 100 miliardi di euro. Ma i margini d’azione del parlamento sono ostacolati da interessi di natura nazionale. I paesi del nord Europa, capeggiati dal Regno Unito e appoggiati dalla Germania, hanno interesse a conservare la posizione di vantaggio nel campo della ricerca rispetto a paesi come Italia e Spagna, che destinano ai finanziamenti per la ricerca percentuali basse rispetto al Pil. L’Italia spende circa l’1,30% del Pil in ricerca e sviluppo. Esistono alcune eccellenze, come il politecnico di Milano, ma la media dei risultati scientifici raggiunti rispecchia la quantità dei soldi investiti. La percentuale di successi nel campo della ricerca scientifica nei paesi sud-europei è nettamente inferiore a quella della Svezia ad esempio, paese che investe nella ricerca il 4% del Pil. Un centro come il Karolinska Institutet di Stoccolma può vantare risultati e fama mondiale in campo medico proprio per questo motivo.

Con la tragica crisi economica che si avvita su se stessa e con risorse nazionali ridotte al lumicino, i fondi di Horizon 2020 saranno il principale sostegno alla ricerca nei paesi mediterranei. La loro diminuzione rischia di “congelare” la situazione di arretratezza e svantaggio dei paesi del sud Europa.