(Europa/Gran Bretagna) Moody’s declassa il Regno Unito. Addio alla tripla A (Giuliana Scamardella, Meridiani, 24 febbraio 2013)
Non c’è più un posto per la Gran Bretagna tra i virtuosi d’Europa. L’agenzia internazionale di rating Moody’s ha declassato la valutazione sui titoli di Stato britannici di uno scalino, portandola da AAA ad Aa1, con outlook stabile. In pratica, il Regno Unito è stato considerato meno capace di far fronte alle obbligazioni contratte, cioè i titoli di Stato emessi, anche se si prevede un andamento stabile nel prossimo futuro.
Il rating è un giudizio espresso da agenzie specializzate del merito di credito che stabilisce se un soggetto emittente di titoli è in grado di eseguire completi e puntuali pagamenti del debito emesso sui mercati internazionali. Le società di rating più importanti al mondo sono le tre statunitensi Standard & Poor’s, Moody’s e Fitch Ratings. Il voto dell’analisi del rischio di credito è alfanumerico e va su una scala da AAA a C. Nelle graduatorie di rating viene fatta differenza tra obbligazioni a breve e lungo termine. Alla tripla A viene associato un livello minimo di rischio ossia un’elevatissima capacità di ripagare il debito, chiamata anche “gilt edged” (taglio dorato). La C, invece, rappresenta un rischio realistico di perdita del capitale, e quindi una situazione di insolvenza e default.
Negli ultimi anni le agenzie hanno aggiunto all’analisi sui rischi di credito mezzi di previsione attesa nel tempo come il “credit watch” e il “rating outlook”. I due strumenti ausiliari si basano sulle prospettive di sviluppo previste, ma non offrono sicurezza assoluta su come cambierà il rating.
Nel Regno Unito la perdita della tripla A non è inaspettata. Il 14 novembre Moody’s aveva già evidenziato nel rapporto di credito annuale sul Regno Unito gli effetti negativi del deficit di crescita sulla capacità di assorbire ulteriori shock economici. Come monito l’agenzia aveva dichiarato che “la sfida più ardua per il governo britannico è trovare una politica di equilibrio tra la necessità di risanare i conti e la necessità di ridare stimoli economici al Paese”.
A dicembre, durante l’Autumn Statement (discorso della tesoreria di Sua Maestà sulle previsioni finanziarie dell’anno), il ministro del tesoro, George Osborne, aveva annunciato nuovi tagli alla spesa pubblica, aumenti delle tasse, riduzione dei sussidi statali e un rapporto tra debito e Pil nazionale che non calerà prima del 2016-17. Le premesse per la perdita della prestigiosa tripla A c’erano tutte. Il 22 febbraio 2013, Moody’ ha pubblicato il declassamento del Regno Unito. Elencati sinteticamente, i punti chiave di questa decisione sono tre:
- La prolungata debolezza delle prospettive di crescita nel medio termine, con un periodo di crescita lenta che si prevede si estenda fino al 2020
- Le sfide che tenui prospettive di crescita a medio termine rappresentano per l’attuazione del programma di consolidamento del bilancio
- Come conseguenza del crescente e forte indebitamento del Regno Unito, si prevede il deterioramento della capacità di assorbire shock da parte del bilancio, che è molto improbabile inverta direzione prima del 2016.
Nonostante sia in aumento e di proporzioni ingenti, il debito pubblico conserva una struttura “positiva” e non è attualmente fonte di alcuna preoccupazione. “Grazie ad una forte struttura istituzionale […] un’economia competitiva e molto diversificata”, la Aa1 inglese è ancora una situazione di rating alta e di credito estremamente positiva.
Per il Partito laburista la perdita di una A è un colpo umiliante e la più grande sconfitta del governo in carica. Dal 2010 il premier David Cameron e George Osbourne hanno sempre professato come prova tangibile della loro credibilità politica ed economica il mantenimento della tripla A.
Dichiarazioni ufficiali sono arrivate in un video della BBC dal cancelliere dello schacchiere Osbourne: “Il Regno Unito è ancora in grado di prendere in prestito soldi a buon mercato dagli investitori di tutto il mondo, con tassi di interesse bassissimo. Questo proprio perchè la gente ha fiducia che noi abbiamo un piano […] Questo è solo un test tra tanti altri […] Non fuggiremo dai nostri problemi”.