(Ecuador) Ecuador, Correa trionfa alle elezioni presidenziali (Francesco Gattiglio, Meridiani, 19 febbraio 2013)
Nessuna sorpresa dalle elezioni in Ecuador. Rafael Correa, il presidente uscente, è stato rieletto con oltre il 56% dei voti, come da pronostico. L’avversario più pericoloso, Guillermo Lasso Mendoza, del partito liberista di destra Creando Oportunidades (Creo) si è fermato al 23%, mentre gli altri sei candidati non hanno superato il 7%. Fra questi anche l’ex presidente Lucio Gutierrez, alla guida del Partito sociedad patriotica 21 de enero che ha ottenuto il 6%.
A Correa occorreva solamente il 51% per essere eletto al primo turno, come già avvenuto nelle elezioni del 2009. In questa occasione la vittoria è stata ancora più netta: il presidente in carica ha aumentato i suoi consensi di ben sei punti al contrario del 2007, quando era stato costretto al ballottaggio.
Correa ha annunciato la sua vittoria e dato il via ai festeggiamenti mezz’ora dopo la chiusura delle urne, quando i primi risultati ufficiali non erano ancora usciti e circolavano solo gli exit-poll. La differenza stimata in oltre 30 punti percentuali dal rivale più vicino erano un’assicurazione sufficiente. Affacciatosi al balcone presidenziale con indosso l’ormai tradizionale camicia bianca con inserti di stoffe e disegni appartenenti alla comunità indigena – sul modello di quelle indossate dall’omologo boliviano Evo Morales – Correa ha ribadito che “questa rivoluzione non sarà fermata da niente e da nessuno”.
Durante la conferenza stampa successiva alla rielezione, Correa ha ribadito l’intenzione di combattere le testate giornalistiche “controllate da una mezza dozzina di famiglie che, solo per il fatto di avere avuto i soldi per comprare le loro imprese, credono di poter dire, censurare e inventare quello che vogliono”. L’obiettivo di Correa è quello di approvare una nuova legge sulle telecomunicazioni in grado di “creare una stampa decente in Ecuador e possibilmente anche in America Latina, che informi veramente e senza censura preventiva”.
Sul piano dell’economia non sono attese particolari novità. L’intenzione di Correa è quella di proseguire sul cammino tracciato dal 2007, portando avanti programmi sociali, aiuti alla popolazione, riduzione delle disuguaglianze, nazionalizzazione di imprese chiave come avvenuto con Petroamazonas e Petroecuador.
Durante la conferenza stampa è anche stato chiesto a Correa se pensasse ad una possibile leadership del movimento per il socialismo del XXI secolo, viste le precarie condizioni di salute di Hugo Chàvez. Per il presidente ecuadoriano non esiste un leader vero e proprio, quanto una collaborazione fra i capi di Stato di Ecuador, Bolivia, Venezuela, Cuba, Nicaragua e Argentina. Correa è rimasto vago sulla questione e ha fatto gli auguri di pronta guarigione a Chàvez, appena rientrato in Venezuela, ma certamente la sua posizione a livello regionale si è rafforzata dopo l’ennesimo trionfo elettorale.