(Economia/Finanza) Brevi (da Sole 24 Ore, 15 febbraio 2013)
- Telecom pronta a svalutare gli avviamenti. Al consiglio di lunedì ci sarà un passaggio anche sull'impairment in corso. Attese rettifiche per 2-4 miliardi: il dato puntuale al cda del 7 marzo. L'effetto sui soci: la holding Telco riunirà il board il 29 febbraio, il giorno dopo la partecipata, per valutare anche l'impatto sul proprio prezzo di carico
- Vendita di TiMedia, si tenta il rush finale. Il consiglio: salvo sorprese dell'ultima ora al cda del 18 febbraio verrà deciso se concedere l'esclusiva per l'emittente a Cairo o al fondo Clessidra
- (Telecom) I rischi di un conto salato per il bond ibrido. Dopo il taglio del rating da parte di Moody's ora il rendimento dell'obbligazione può salire fino a sfiorare il 9%. Il responso di S&P: l'agenzia Usa conferma la tripla B, ma mette il gruppo in credit watch negativo: entro tre mesi la decisione sul rating
- Oro, cala la domanda. Prima volta da 5 anni per gli investimenti. Lingotto ai minimi da agosto dopo le stime Wgc. Ma in Cina è prossimo il lancio di Etf
- Bilancio in rosso per Rio Tinto. Nel 2012 perdite per 3 miliardi. Pesano le maxisvalutazioni su alluminio e Mozambico. Impegni difficili: il nuovo ceo Walsh promette di cedere asset, ridurre i costi e investire solo quando è garantito un ritorno superiore al costo del capitale
- Sudafrica. Harmony Gold riapre miniera Kusasalethu. Harmony Gold riaprirà oggi la miniera sudafricana Kusasalethu, cui deve il 14% del suo output (180mila once d'oro nel 2012). Le operazioni erano ferme da dicembre per il timore di violenze, dopo intimidazioni ai dipendenti. La società si è convinta a riavviarle dopo un accordo che impegna i minatori al rispetto di un codice di condotta
- Petrolio. PwC: lo shale oil farà crescere il Pil globale. La produzione mondiale di shale oil potrà salire a 14 milioni di barili al giorno nel 2035, ossia il 12% dell'offerta totale, contro l'attuale 1%, provocando una forte discesa dei prezzi e aggiungendo 2,700 miliardi di dollari al Pil globale. E' quanto sostiene una ricerca di PricewaterhouseCoopers. Il petrolio, in particolare, potrebbe subire una discesa tra il 25 e il 40%, arrivando a costare da 83 a 100 dollari/barile in termini reali, a seconda della reazione dell'Opec. L'Eia per il 2035 prevede un prezzo di 133 dollari
- Petrolio. Shell e Bp spingono per riformare il Brent. Royal Dutch Shell, appoggiata da Bp, sta promuovendo una riforma dei meccanismi di formazione del prezzo del Brent. La sua proposta prevede di pagare un premio supplementare sulle consegne fisiche nel Mare del Nord, quando esse comprendano tutti e quattro i greggi del paniere del Brent e non soltanto, come spesso accade, il più economico Forties. Spera così di porre un argine alle manipolazioni del valore del Dated Brent, usato come benchmark nei contratti di fornitura
- Il board Alitalia approva il prestito convertibile. Dai soci un'iniezione di liquidità da 150 milioni di euro. Rimandato a fine mese il cambio del vertice
- (Alitalia) Air France rafforza la presa sulla compagnia. Il prestito: la società evita l'aumento di capitale ma Parigi al momento della conversione aumenterà il peso nell'azionariato
- Timori di Daimler sul rischio Italia. Bond: la clausola del ritorno alla lira. Una formalità: nel prospetto dell'ultima emissione italiana la casa automobilistica tedesca considera anche la possibile rottura dell'Eurozona
- Renault azzera il debito e il titolo vola in Borsa (+7,6%). I profitti del gruppo francese scendono a 1,7 miliardi di euro
- General Motors raddoppia le perdite in Europa. L'utile consolidato scende a 4,9 miliardi di dollari nel 2012
- La Grecia non ferma l'utile di Bnp. Utile netto del 2012 a 6,55 miliardi (+8,3%). La risposta a S&P: "Siamo tra le banche più capitalizzate al mondo". Bonnafé: "Per Mps non ci hanno contattato e non siamo interessati ad acquisizioni". La prospettiva: in arrivo un piano che consentirà risparmi per 2 miliardi di euro, entro fine 2014 il varo del nuovo business plan
- Bnl aumenta i margini e taglia i costi. Profitti ante imposte a 491 milioni di euro (-12,9%). Sale il costo del rischio. I dati: il risultato di intermediazione sale del 2,2% a 3,273 miliardi, in miglioramento anche il margine d'interesse grazie a small business e imprese
- Unicredit, al via la joint russa. La banca italiana avrà il 40% della società con Renault/Nissan. Operativa a fine anno: l'ok delle autorità di regolamentazione al nuovo istituto che finanzierà i clienti dei due costruttori è atteso entro quest'anno
- Buffett, 23 miliardi in contanti per rilevare il ketchup Heinz. Si tratta della maggior acquisizione nell'alimentare. Boom di fusioni negli Usa: solo in febbraio operazioni per 100 miliardi
- Nasce il gigante Usa dei cieli. Us Airways e American Airlines annunciano ufficialmente la fusione. Operazione da 11 miliardi: se l'alleanza riceverà in nulla osta delle autorità antitrust, presto in America ci saranno solo quattro grandi linee aeree
- Per Edison i francesi pensano a Testa. I più attenti, tra gli osservatori, li hanno scorti in occasione della Prima della Scala, ai primi di dicembre a Milano. Chicco Testa e Bruno Lescoeur. Formalmente nulla di strano: l'italiano, ex presidente dell'Enel, è da sei mesi a capo di Assoelettrica; il francese è l'ad di Edison. Ma secondo i rumor di Piazza Affari c'è di più: potrebbe essere proprio Testa l'atteso presidente italiano di Edison. L'anno scorso l'imperator electricus Edf ha conquistato la storica azienda milanese promettendo di scegliere, però, un presidente italiano. La cosa è poi finita nel dimenticatoio. Tra un mese, però, Edison dovrà rinnovare tutto il consiglio. Chissà che i francesi non ne approfittino per sistemare la cosa. Ed ecco che indiscrezioni descrivono Testa, un passato da ambientalista, parlamentare, manager di Rothschild, come interessato all'incarico, se gli venisse offerto. Anche perché in questi mesi avrebbe intessuto un ottimo e cordiale rapporto con Lescoeur
- Azionisti Bankia verso nuove perdite. Il titolo di Bankia è crollato, ancora una volta, mettendo ieri a segno in Borsa uno scivolone di quasi il 15%. Eppure il valore di scambio dell'istituto spagnolo nato nel 2010 dalla fusione di sette malandate casse di risparmio è ancora alle stelle rispetto a quello che il fondo pubblico di Madrid (Frob) sarebbe disposto a mettere sul piatto per salvare la banca: 1 centesimo ad azione contro i 40 del corso attuale. Si tratta ancora di indiscrezioni, ma ormai si dà per certo che a pagare l'operazione saranno gli azionisti, gli stessi che avevano partecipato all'Ipo del luglio 2011 con il titolo a 3,75 euro e che ora assumeranno pressoché la totalità delle perdite. Del resto l'istituto nonostante l'intervento della bad bank continua a perdere soldi (un rosso di 19 miliardi atteso per il 2012) e un fantasma aleggia sul suo futuro: quello dell'irlandese Angli Irish appena messa in liquidazione dal Governo di Dublino. Un esempio che a Madrid potrebbe fare scuola
- Apple costretta al ricorso in Brasile. Apple è costretta a continuare la battaglia legale per provare a depositare il proprio marchio "IPhone" in Brasile. Nei giorni scorsi l'istituto per la proprietà intellettuale brasiliano (Inpi) ha deciso che il gruppo fondato da Steve Jobs non può registrare l'IPhone nel Paese sudamericano perché la dicitura è già stata registrata nel 2000 dalla brasiliana Gradiente Electronica. Insomma, sette anni prima del lancio da parte di Apple, in Brasile esisteva il nome iphone. Cupertino nel 2007 ha subito chiesto all'Inpi di cancellare il brevetto di Gradiente, che da oltre cinque anni non utilizzava il marchio per un prodotto, ma la mossa ha portato solo alla commercializzazione da parte della società brasiliana del "Gradiente iphone". Certo, oggi, il colosso americano non è costretto a ritirare i propri IPhone dal Brasile, ma offre il fianco al "concorrente" Gradiente per azioni legali. Apple è quindi costretta a fare ricorso contro le decisioni dell'Inpi. Una battaglia legale, iniziata nel 2007, che per ora non ha dato risultati.