(Cina) Corruzione in Cina: il web chiama e il governo risponde (Andrea Ghiselli, Meridiani, 15 febbraio 2013)

17.02.2013 18:07

La lotta alla corruzione in Cina adesso passa anche per il web. Fra le prime vittime di questa battaglia, il segretario del Partito comunista cinese del distretto di Beibei, Lei Zhengfu, e altri funzionari suoi colleghi. I fatti incriminanti risalgono al 2007, ma lo scandalo è esploso lo scorso novembre, quando un privato cittadino ha messo in circolazione sul web un video in cui alcuni uomini erano impegnati in rapporti sessuali con una donna. Il primo a essere identificato è stato appunto Lei Zhengfu.

Il questo caso si era trattato di un episodio di tangenti. Il proprietario di una ditta attiva nel settore edile a Chongqing, per guadagnarsi appalti e favori politici, aveva mandato la donna come “regalo”. Gli ignari destinatari del dono non potevano aspettarsi che il video girato a loro insaputa sarebbe stato usato per ricattarli in cambio di futuri appalti.

Lei Zhengfu è stato condannato per corruzione ed espulso dal Partito e poco dopo anche i suoi complici, tutti funzionari governativi e dirigenti di imprese statali sono stati rimossi dai loro incarichi.

Dopo lo scandalo di Lei Zhengfu ci sono stati altri casi di denuncia di corruzione. A dicembre sono circolate su Weibo una serie di foto di Yuan Zhanting, sindaco della città di Lanzhou, con al polso orologi d’oro che un funzionario di quel livello non avrebbe potuto permettersi con il suo stipendio. E’ stato un comune cittadino a raccogliere le foto di Yuan e della sua collezione da polso. Dopo averle caricate sul web la protesta è diventata virale, e alla fine è arrivata alle orecchie della polizia. Le indagini hanno poi confermato che i costosissimi orologi che Yuan amava sfoggiare erano davvero una forma di tangenti ricevute in cambio di favori e licenze edilizie. Anche Yuan è stato licenziato ed espulso dal Partito.

Lo scandalo scoppiato a gennaio ha coinvolto addirittura le forze dell’ordine. Tre ufficiali di polizia di Xi’An sono stati scopertiin possesso di svariati hukou, il documento di residenza che lega ogni cittadino al sistema sanitario, scolastico e previdenziale dalla città in cui è nato. Lo hukou è stato istituito col preciso intento di contrastare la migrazione interna dalla campagna alla città tanto che è estremamente difficile ottenere una sua modifica per il cambio di residenza. Il possesso di più d’uno di questi documenti non è legale e per questo i poliziotti in questione sono stati tutti sospesi in attesa di una condanna penale che si prevede sarà durissima. Lo scandalo legato al possesso illegale di hukou è arrivato anche sul web, dove gli internauti si sono detti oltraggiati dalla sfrontatezza proprio di quelli che dovrebbero amministrare il controllo degli hukou.

I cittadini sembrano aver trovato nella rete uno strumento di denuncia, proprio mentre la lotta alla corruzione è diventata il cavallo di battaglia anche della nuova leadership cinese capeggiata da Xi Jinping e Li Keqiang.

Durante la sessione plenaria della Commissione centrale per la disciplina del Pcc del 22 gennaio, Xi Jinping ha ribadito il suo impegno nel contrastare le attività illegali e il fenomeno della corruzione all’interno del Partito e tra i funzionari dello Stato. Xi ha definito il “mantenimento del potere dentro la gabbia delle regole” l’unica possibile soluzione al problema della corruzione dilagante.

Anche sulle pagine di giornali legati al Pcc come il Quotidiano del Popolo e il Global Times è stata avviata una riflessione sulle cause della corruzione nella società cinese. La lotta contro questo male è stata paragonata a una lotta per il progresso, che il Partito comunista cinese deve necessariamente intraprendere per salvaguardare la sua stessa esistenza.

In un’intervista dell’8 febbraio a China Daily, il prof. Zhou Suzhen della Renmin University e il prof. Jiang Ming’an, della Peking University hanno dichiarato che oggi più che mai la corruzione mina la legittimità del Partito agli occhi dei cittadini cinesi. Per questo, secondo loro, il Partito dovrà impegnarsi seriamente a promuovere la trasparenza del sistema politico in modo da permettere ai cittadini l’accesso ai dati e alle informazioni riguardanti i propri governanti.