(Cina) Accuse formali per Bo Xilai, verso processo storico (Misna)

25.07.2013 10:30

Una volta tra gli uomini più potenti del paese, candidato a un ruolo di primo piano nel partito e nella gestione del potere a livello nazionale, Bo Xilai è stato formalmente accusato oggi dei reati di estorsione, corruzione e abuso di potere. Bo, il potente capo del partito della megalopoli di Chongqin, uno dei 25 membri dell’Ufficio politico (Politburo) del Comitato centrale del Partito comunista cinese è al centro del maggiore scandalo politico dopo la caduta della Banda dei Quattro nel. Caduto in disgrazia lo scorso anno, dopo che la moglie era stata arrestata per l’omicidio di un imprenditore britannico con cui era in rapporti d’affari nel novembre 2011. Il tentativo di coprire questo crimine aveva portato nei primi mesi del 2012 alla scoperta di un sistema di controllo e di malaffare che facevano capo a Bo, 64 anni, che avrebbe anche intascato 4 milioni di dollari indebitamente richiesti o “donati”. Espulso dal partito e da ogni carica politica, l’ex dirigente comunista è di fatto scomparso, non solo per tutelarne diritti legali e l’incolumità, ma con ogni probabilità anche per rendere possibili trattative che coinvolgono non soltanto la sua persona, ma anche un’influente corrente del Partito comunista, che a livello locale e nazionale aveva chiesto una riforma profonda in senso reazionario, arrivando persino a chiedere una nuova Rivoluzione culturale per il paese.

Le accuse formalizzate oggi sono probabilmente il riflesso di queste trattative che cercano di restituire un’immagine positiva del partito, scaricando le responsabilità su Bo Xilai, sulla sua cerchia di collaboratori e sulla moglie, coinvolgendolo in reati frequenti nel paese e verso i quali la dirigenza cinese ha da tempo avviato una campagna di contenimento e persecuzione, promuovendo la moralizzazione della pubblica amministrazione e dei quadri di partito.

In questo modo, l’antico “mandarino”, origini aristocratice e piglio manageriale, potrebbe evitare la condanna capitale, ma non il carcere per almeno 15 anni in un processo che comincerà a breve, per consentire una sentenza, probabilmente, prima dell’importante assise del Partito comunista a ottobre.