Burundi. Armi e insicurezza, opposizione chiede aiuto all'Onu (Misna)

13.05.2014 12:16

La creazione di una commissione internazionale d’inchiesta per fare piena luce su informazioni “persistenti” che documentano “distribuzione di armi” e “addestramenti militari” di giovani sia nel paese che all’estero. A chiederlo in una lettera indirizzata al segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon sono 12 partiti di opposizione, tra cui l’Uprona (tutsi) e il Movimento per lo solidarietà e lo sviluppo (Msd). Già lo scorso febbraio alcune formazioni di opposizione avevano scritto alle Nazioni Unite, il cui ufficio a Bujumbura chiuderà entro fine anno.

Nella missiva, presentata come un “grido di allarme per tirare il paese fuori dalla strada pericolosa che potrebbe portare a un genocidio politico-etnico”, vengono denunciati “collegamenti diretti con la ribellione ruandese delle Forze democratiche di liberazione del Rwanda (Fdlr, hutu)”, a sostegno degli Imbonerakure, l’ala giovanile del Cndd-Fdd (hutu), il partito al potere del presidente Pierre Nkurunziza. La presenza di giovani armati del Cndd-Fdd, si sostiene nel documento, sarebbe stata inoltre segnalata sul territorio della confinante Repubblica Democratica del Congo. L’opposizione sottolinea che “se non ha nulla da temere il partito al potere non dovrebbe impedire lo svolgimento di un’inchiesta internazionale”, aggiungendo che “è nell’interesse del Burundi e dei burundesi andare alle urne (presidenziali nel 2015, ndr) in clima pacifico per un voto trasparente”.

Il Cndd-Fdd ha contestato il contenuto della lettera inviata a Ban Ki-moon, bollata come parte di una ‘strategia’ in vista della prossima scadenza elettorale. “I partiti di opposizione hanno pochissima popolarità e consenso elettorale. Hanno paura del voto” ha replicato Onésime Nduwimana, portavoce della formazione al governo. Respinto lo scenario di un’alleanza tra il Cndd-Fdd e la ribellione delle Fdlr, considerata, ha avvertito Nduwimana, un’informazione “di natura tale da ipotecare le buone relazioni tra Burundi e Rwanda”. Negata anche la presenza degli Imbonerakure dell’est del Congo, regione dove invece, ha sottolineato il portavoce del Cndd-Fdd, “hanno trovato rifugio esponenti della milizia di Alexis Sinduhije (presidente dell’Msd ricercato dalla giustizia burundese, ndr) come documentato da un recente rapporto Onu”. Per Nduwimana, se ci fossero indizi “seri” in merito a un genocidio in corso di preparazione e notizie “veritiere” sulla distribuzione di armi, “le Nazioni Unite si sarebbero già attivate”.

La scorsa settimana ha alimentato interrogativi e timori una notizia circolata con insistenza sulla presenza di milizie Interahamwe ruandesi (hutu estremisti, ndr) nella provincia settentrionale burundese di Kirundo, nonché sulla presunta esistenza di “fosse comuni scavate per seppellirci corpi di tutsi massacrati”. Secondo Révérien Nzigamasabo, governatore di Kirundo, si tratta “soltanto voci pericolosi diffuse da uomini politici malintenzionati per creare divisioni tra la gente e per servire i propri interessi. Quello che bisognerebbe fare invece, tutti insieme, è lottare con tutte le forze contro la povertà”.