(Burkina Faso) Ingerenza del potere, la protesta dei giornalisti (Misna)
Pressioni costanti dell’alto per orientare il proprio lavoro e aumento delle pratiche contrarie all’etica professionale: a denunciarlo sono centinaia di dipendenti dei media pubblici della radio, televisione e stampa con un sit-in tenuto ieri di fronte al ministero della Comunicazione a Ouagadougou. La protesta, la prima del genere nella storia recente del paese, è stata indetta dal Sindacato autonomo dei lavoratori nel settore dell’informazione e della cultura (Synatic) e dall’Associazione dei giornalisti del Burkina Faso (Ajb). Redattori, autori di video e operatori tecnici in servizio presso emittenti e testate pubbliche si sono lamentati per la censura di articoli e reportage e per l’ingerenza del potere nelle loro attività giornalistiche, soprattutto quando si tratta della diffusione di informazioni relative all’opposizione al presidente Blaise Compaoré, al potere da 26 anni.
Gli organizzatori del sindacato hanno consegnato un elenco di rivendicazioni al segretario generale del ministero della Comunicazione, Adama Barro, anche per lamentarsi delle cattive condizioni di lavoro e salariali nel settore dell’informazione. “La mobilitazione continuerà fin quando non otterremo risposte concrete” ha avvertito la direzione del Synatic. Nello specifico i sindacati di categoria hanno accusato il ministero di essere intervenuto in modo pesante su un reportage della tv pubblica sulla marcia organizzata dall’opposizione lo scorso 29 giugno nella capitale per denunciare la creazione di un Senato.
Nelle ultime settimane partiti di opposizione, società civile e sindacati sono tornati a manifestare per le strade di Ouagadougou e delle principali città, lamentandosi per il carovita, la carenza dei servizi sanitari, del sistema educativo e la disoccupazione giovanile. Ma al centro della contestazione c’è essenzialmente la nascita del Senato – il secondo ramo del parlamento costituito da 89 membri, di cui 29 nominati dal capo dello Stato – criticato per i suoi costi di gestione proibitivi. La nuova istituzione viene sospettata di essere stata creata soltanto per facilitare la revisione dell’articolo 37 della Costituzione che stabilisce un limite al mandato del capo dello Stato. In teoria Compaoré non potrebbe più candidarsi alle presidenziali in agenda per il 2015: solo una modifica della legge fondamentale potrebbe consentirgli di presentarsi al voto. Nel 2011 il Burkina Faso è stato destabilizzato da un’ondata di ammutinamenti militari e proteste sociali che hanno fatto vacillare il potere del longevo capo dello stato.