Brevi dal mondo - Misna (20 dicembre 2013)

20.12.2013 10:19

- (Madagascar). URNE APERTE, È IL VOTO DELLE INCOGNITE

Sono in corso dalle 7 (ora locale) le votazioni per il ballottaggio delle presidenziali e le legislative: un doppio appuntamento al quale sono attesi più di 7,8 milioni di aventi diritto, chiamati a scegliere un nuovo capo dello Stato e 151 deputati dopo una transizione politica durata cinque anni che ha fatto ulteriormente sprofondare il Madagascar nella povertà.

Le ultime ore di campagna elettorale, conclusa ieri alle 7, sono state piuttosto intense dopo settimane di “quasi indifferenza” da parte dei malgasci stanchi e disillusi dalla politica. Al ‘Coliseum’, ampio spazio verde ad Antananarivo, migliaia di persone hanno confermato il proprio sostegno a Jean-Louis Robinson, 61 anni, candidato dell’ex presidente in esilio Marc Ravalomanana, giunto in testa al primo turno con il 21,16% delle preferenze. Nello stadio di rugby ‘Maki’ Hery Rajaonarimampianina, 53 anni, delfino dell’attuale presidente di transizione Andry Rajoelina, è stato acclamato dai suoi elettori che lo scorso 25 ottobre gli hanno assegnato il 15,85% dei consensi.

“L’esito del ballottaggio appare molto incerto e sulla base degli appoggi politici ottenuti entrambi i candidati, numeri alla mano, ora si trovano in posizione di parità. Sarà determinante la scelta, inattesa, che oggi faranno gli aventi diritto. Ce ne sono 143.000 in più rispetto al primo turno, dopo la correzione del registro elettorale” dicono alla MISNA fonti dell’emittente locale salesiana Radio Don Bosco, che ha ospitato in studio i candidati alla presidenza. I due hanno in comune di non avere alle spalle un lungo percorso politico-istituzionale: sono stati ministri dei due ‘dinosauri’ rivali della vita politica malgascia, Ravalomananana e Rajoelina. Sia Robinson che Rajaonarimampianina hanno dato creato solo di recente una propria formazione politica, che non gode di solide basi popolari ai quattro angoli dell’isola. L’andamento della campagna elettorale e i contenuti dei tre dibattiti radiotelevisivi hanno dimostrato che, almeno per ora, nessuno dei due sia riuscito ad emanciparsi dal proprio mentore.

Altrettanto incerte e possibilmente ricche di novità potrebbero essere le legislative. Né Robinson né Rajaonarimampianina hanno presentato candidati. La maggioranza dei 2052 candidati è costituita da indipendenti, che, sulla carta, potrebbero costituire il gruppo maggioritario nella futura Assemblea nazionale, accanto alle forze politiche tradizionali legate agli ex presidenti Ravalomanana, Rajoelina e Ratsirika.

“A questo punto l’unico elemento più certo riguarda il tasso di affluenza. Pur essendo consapevoli delle tante zone di ombra, la stragrande maggioranza dei malgasci vede nelle urne l’unica possibilità di cambiamento” proseguono le fonti di Radio Don Bosco, aggiungendo che potrebbe anche essere superato il tasso di affluenza del 61% registrato al primo turno. Per legge la Commissione elettorale nazionale di transizione (Cenit-t) deve proclamare i risultati provvisori delle presidenziali entro il 7 gennaio e quelli delle legislative entro il 15. Dopo l’esame dei ricorsi la Corte elettorale speciale (Ces) avrà 15 giorni a disposizione per proclamare i dati definitivi. Successivamente sarà stabilità la data di investitura del nuovo presidente e toccherà al parlamento proporre il nome del nuovo primo ministro.

- (Filippine). RIMESSE RECORD, IN PROSPETTIVA ANCHE DOVUTE A HAIYAN

L’ultimo rapporto diffuso dalla Banca centrale delle Filippine sull’invio di denaro in patria da parte degli emigranti attraverso istituzioni creditizie o datori di lavoro mostra un risultato sorprendente. Una crescita ad ottobre del 7% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente con un totale di record di 2,062 miliardi di dollari contro 1,928 di un anno fa. Il dato di ottobre segnala che il totale delle rimesse nei primi dieci mesi dell’anno è arrivato a 18, 542 miliardi di dollari.

Le rimesse a titolo personale, ovvero somme di denaro o i doni inviati direttamente alle famiglie hanno raggiunto a ottobre 2,282 miliardi in ottobre, record assoluto per il paese con complessivi 20,452 miliardi di valore entro ottobre.

Tutti elementi a conferma, sostiene l’istituto di credito nazionale, che la tendenza all’assunzione di personale preparato professionalmente proveniente dall’arcipelago non ha visto flessioni nonostante la crisi globale. L’Amministrazione per l’impiego dei filippini all’estero ha segnalato a sua volta che nei primi dieci mesi dell’anno ha dato il via libera all’assunzione oltreconfine di 675.966 lavoratori, per i due quinti assunti nei servizi, nella produzione, in attività di carattere professionale o tecnico. In maggioranza a fronte di richieste provenienti da Arabia Saudita, Emirati arabi uniti, Hong Kong, Kuwait e Qatar.

Maggiori fonti di ricchezza per il paese legata all’esteso fenomeno migratorio che riguarda tra 9 e 10 milioni dei 100 milioni di abitanti dell’arcipelago sono gli Stati Uniti, Arabia Saudita, Regno Unito, Emirati arabi uniti, Singapore, Canada e Giappone.

Oltre ai dati già elaborati, la Banca centrale delle Filippine ha anche previsto che negli ultimi due mesi dell’anno e ancor più nel primo trimestre 2014, l’invio di denaro e beni potrebbe essere incentivato dalle necessità delle aree devastate dal tifone Haiyan.

- (Cile). TSUNAMI DEL 2010: PRIMA CONDANNA PER LO STATO

La Corte suprema del Cile ha condannato per la prima volta lo Stato a risarcire i familiari di una delle vittime di un tsunami che a seguito di un terremoto causò nel 2010 nel paese latinoamericano più di 500 morti.

La sentenza, sottolinea la stampa di Santiago del Cile, può costituire un precedente per casi analoghi.

La vedova, i figli e i nipoti di Mario Segundo Ovando Garcés hanno visto riconosciuto il proprio diritto a un risarcimento di 55 milioni di pesos, una somma equivalente a 100.000 dollari. All’origine della sentenza ci sono gli errori di valutazione commessi dal Servizio idrografico e oceanografico della Marina militare (Shoa), che dopo le scosse del 27 febbraio 2010 sostenne che non c’era un rischio di tsunami.

Ovando era rimasto nella propria abitazione, nella cittadina costiera di Talcahuano, dopo aver sentito alla radio il parere degli esperti. Le scosse e il successivo tsunami causarono più di 500 morti e colpirono in vario modo 800.000 persone.

In relazione al disastro sono stati incriminati tra gli altri l’ex capo dello Shoa Mariano Rojas, l’ex vice-ministro degli Interni Patricio Rosende, l’ex direttrice dell’Ufficio nazionale per le emergenze dello stesso dicastero Carmen Fernández e l’ex responsabile del Servizio sismologico dell’Università del Cile Carlos Aranda.