(Brasile) "No" a referendum su riforma politica prima del 2014 (Misna)

10.07.2013 15:34

Il Congresso del Brasile ha escluso la possibilità di convocare un referendum entro ottobre per procedere verso una riforma politica in vista delle elezioni generali del 2014. Ha così bocciato la principale proposta avanzata dalla presidente Dilma Rousseff per rispondere alle massicce mobilitazioni dirette in particolare contro la corruzione dilagante, che nelle ultime settimane hanno visto protagonisti centinaia di migliaia di cittadini.

Dopo aver incontrato gli esponenti di tutti i partiti, il presidente della Camera Henrique Eduardo Alves ha annunciato che non sarà possibile approvare il progetto in tempo per il prossimo appuntamento con le urne. Di fatto, solo il Partito dei Lavoratori (Pt) di Rousseff e altre due formazioni minori hanno sostenuto l’iniziativa della presidente: a resistere con più forza è stato proprio il Partito del Movimento Democratico Brasiliano (Pmdb), principale alleato del Pt.

Secondo il capogruppo del Pmdb alla Camera, Eduardo Cunha, la proposta di riforma politica potrà più concretamente essere dibattuta e rinviata a referendum nel 2014, in concomitanza con il voto nazionale.

Rousseff ha proposto che la consultazione popolare verta su cinque punti: il finanziamento ai partiti e alle loro campagne, il sistema elettorale, la supplenza dei parlamentari, le coalizioni, il voto segreto al parlamento. Si è trovata di fronte l’opposizione di buona parte dei parlamentari: nulla di sorprendente, ha detto nei giorni scorsi il presidente della Corte suprema di giustizia, Joaquim Barbosa, la “poiché il Congresso non ha alcun interesse a riformare il sistema politico e proprio questo ha portato alla crisi di legittimità che vediamo ora”.