(Argentina) Vaca Muerta, Cristiana difende accordo con la Chevron (Misna)

18.07.2013 13:43

“So che ha dato fastidio a qualcuno l’accordo importantissimo che abbiamo firmato con una delle principali società petrolifere del mondo, Chevron, nell’ambito di un decreto di promozione estendibile a tutte le industrie che investiranno oltre un miliardi di dollari in Argentina…È piuttosto contradditorio”.

Così la presidente Cristina Fernández de Kirchner ha reagito alle reazioni negative che hanno accompagnato la sigla dell’intesa fra la Ypf (Yacimientos Petrolíferos Fiscales), tornata sotto il controllo statale dopo l’espropriazione alla spagnola Repsol, e il colosso statunitense per lo sfruttamento di giacimenti di greggio non convenzionale nell’area di Vaca Muerta. Proteste organizzate a Buenos Aires da organizzazioni della sinistra e dalle comunitò indigene Mapuche nella provincia centro-occidentale di Neuquén, dove è situato il mega-giacimento.

Parlando dalla provincia settentrionale del Chacho, Fernández ha difeso il recente accordo ma anche la decisione di espropriare, lo scorso anno, il 51% elle azioni della Repsol: una mossa, ha ribadito, dovuta alla bassa produzione di Repsol, a cui è stata attribuita la responsabilità di aver fatto uscire l’Argentina dalla lista degli esportatori netti di petrolio, e alla mancanza di investimenti sul territorio.

La presidente ha anche respinto le critiche levatesi dall’opposizione e da diversi movimenti della società civile sull’intesa che prevede per la Chevron investimenti fino a 1 miliardo e 240 milioni di dollari in un sito che con i suoi 30.000 km2 è considerato uno dei maggiori giacimenti al mondo di “greggio pesante”. Critiche per il fatto che i dettagli dell’accordo sono rimasti nascosti che si accompagnano alle preoccupazioni per un impatto che potrebbe essere devastante per l’ambiente.

L’accordo è stato appunto firmato poche ore dopo che la presidente ha decretato un nuovo schema di benefici per le aziende petrolifere con progetti di investimento per oltre un miliardo dollari; uno schema, affermano i critici, fatto “su misura” per Chevron.

Per l’accordo definitivo tra Ypf e Chevron è stata, tra l’altro, decisiva la discussa sentenza con cui la Corte Suprema di Buenos Aires ha revocato il congelamento del capitale sociale e dei dividendi del colosso petrolifero statunitense in Argentina: un blocco deciso dalla giustizia civile lo scorso novembre per consentire l’applicazione di una sentenza che ha condannato la società a risarcire circa 19 miliardi di dollari a un gruppo di abitanti dell’Amazzonia Ecuadoriana per gravi danni ambientali dovuti a contaminazione.