Aggiornamenti quotidiani dalla stampa italiana 4 (15 dicembre 2013)

15.12.2013 10:44

- L'ideale che manca nell'Europa in crisi. Nell'attesa angosciosa di una improbabile ripresa di cui non si vede traccia, la situazione economica continua a precipitare. In Europa si è aggravata una condizione di progressivo contrasto tra paesi forti e paesi deboli, detto in termini più chiari tra la Germania e i paesi del Sud Europa. Cià potrebbe portare a una crisi violenta non soltanto dell'Unione europea ma della stessa democrazia. L'alternativa a un esito così drammatico è rappresentata da un accordo immediato per cambiare radicalmente la strategia economica del Vecchio Continente. Si tratta di chiudere la stagione del rigore e di lanciare un grande piano di investimenti che permetta di rovesciare la linea di "attesa" scellerata che sta conducendo l'Europa al disastro. Che la Germania sia ancora una volta il soggetto responsabile della tragedia europea è una circostanza che sfida la convinzione secondo cui la storia non può ripetersi. Questa convinzione è una triste sciocchezza poiché la storia spesso si ripete sia pure con varianti. Occorre dunque lavoro per un accordo immediato tra i paesi europei al fine di superare questa situazione insostenibile. Se non sarà messo rapidamente in moto un nuovo ciclo di sviluppo, i contrasti all'interno dei paesi e tra le diverse aree economiche potrebbero evolvere verso un vero e proprio conflitto dalle conseguenze ora inimmaginabili. (Giorgio Ruffolo, Stefano Sylos Labini, la Repubblica, 15 dicembre 2013)

- Il cardinale che non divenne Papa. Un secolo fa, il 16 dicembre 1913, moriva Mariano Rampolla del Tindaro. Per una quindicina d'anni fu qualcosa di più di un segretario di Stato. Fu probabilmente il vero timoniere della Chiesa. Stiamo parlando di Mariano Rampolla del Tindaro, il prelato che fu saldamente alla guida della Segreteria di Stato vaticana dal 1887 al 1903. L'evidente declino senile di Leone XIII, che scomparve all'invidiabile età di novantatré anni, caricò infatti il suo principale collaboratore di una mole di lavoro e di responsabilità che lo posero sempre più al centro della scena. Non aveva torto il vescobo di Cremona Bonomelli a scrivere in una lettera privata che "per me è sempre mistero se Rampolla guidava Leone o se Leone tirava a rimorchio Rampolla". Oggi il quesito interessa solo agli storici, ma allora il dubbio, non certo infondato, che egli fosse il vero regista della politica vaticana gli costò l'elezione al pontificato nel drammatico conclave del 1903. (...) (Giampaolo Romanato, L'Osservatore Romano, 15 dicembre 2013)

- (Mariano Rampolla del Tindaro) E dopo il veto pronunciò parole degne di un principe. Un nuovo documento emerso dai carteggi del cardinale Giovanni Mercati. Aveva uno straordinario autocontrollo. Fu scrutatore del conclave e scandì per ventiquattro volte il suo nome senza lasciar trapelare alcuna emozione nella voce. (...) (Felice Accrocca, L'Osservatore Romano, 15 dicembre 2013)