Aggiornamenti quotidiani dalla stampa italiana 2 (15 dicembre 2013)
- Il Semestre di presidenza l'occasione per cambiare. Fu l'episodio cardine della recente storia politica ed economica italiana. Eppure non si conosce ancora tutto delle lettere che la Bce inviò il 5 agosto 2011 a Italia e Spagna. Sappiamo che la Bce non si fidava della legge di bilancio italiana perchè rinviava l'80% dei sacrifici a una legislatura successiva e che così impose a Roma il pareggio di bilancio anticipato al 2013. Tanto minore era la credibilità politica, tanto più severe furono le garanzie di rispetto degli impegni. Ma quello che è invece rimasto sconosciuto fino ad oggi è che Roma e Madrid risposero alla Bce con due lettere data 6 agosto 2011. Quella italiana firmata da Silvio Berlusconi in poche righe assicurava la resa: "adempiremo a tutti gli impegni da voi richiesti". Quella spagnola invece chiedeva della "correciones" perchè le riforme richieste per il mercato del lavoro non corrispondevano al mandato politico del governo Zapatero. La risposta italiana, a richieste per altro eccessivamente severe della Bce, era il sintomo di un rapporto non maturo con i partner e con le istituzioni comuni. Un rapporto che tuttora oscilla tra sudditanza e bellicismo. L'incomprensione di allora ha avuto conseguenze serie come abbiamo visto. L'economia italiana infatti si è avvitata tra sacrifici e sfiducia e l'opinione pubblica ora recrimina contro Bruxelles. Il semestre italiano di presidenza coincide quest'anno con la campagna elettorale per le europee. E' un'ottima occasione per impostare un discorso maturo. Certo "forconi" ed isterismi euroscettici, ingigantiti dai media, non aiutano. A sei mesi dal voto per il Parlamento di Strasburgo, il discorso pubblico sui temi europei oscilla tra retorica e aggressività, contagiata dalla stessa febbre della politica interna, bloccata per vent'anni tra vittime e carnefici, tra carisma e galera. L'anno europeo può essere invece l'opportunità perchè l'Italia parli a se stessa in modo nuovo. Per farlo, deve prima di tutto capire il significato delle regole. Patti, limiti numerici e contratti sono il modo in cui l'Europa limita l'eccezionale sfiducia reciproca che sta crescendo tra i governi e purtroppo anche tra i cittadini. (...) (Carlo Bastasin, Il Sole 24 Ore, 15 dicembre 2013)
- Mercosur e Ue pronti a un accordo di libero scambio. Il Brasile e il Mercosur sono "pronti" a proporre la bozza di un accordo di libero scambio con l'Unione europea. Lo ha annunciato (...) la presidente del Brasile, Dilma Rousseff, durante un incontro promosso dalla Confindustria di San Paolo. "Il progresso dei negoziati commerciali tra Mercosur e Ue è un'opportunità; un futuro accordo contribuirà alla realizzazione di un potenziale di scambio di prodotti e servizi ancora inesplorato" ha poi aggiunto Rousseff, sottolineando di voler far partire le nuove trattative già nei prossimi mesi. (...) (L'Osservatore Romano, 15 dicembre 2013)
- Rallentano le economie dell'America latina. I Paesi dell'America Latina e dei Caraibi sono cresciuti complessivamente del 2,6 per cento nel 2013: al di sotto del tre per cento previsto nel mese di luglio. E' quanto riferisce un rapporto pubblicato dalla Commissione economica per l'America latina e i Caraibi (Cepal), che però prevede una crerscita del 3,2 per cento il prossimo anno. La Commissione ha parlato di un certo rallentamento delle economie, attribuendo le difficoltà al calo dei consumi e della finanza internazionale. L'espansione economica della regione è stata guidata, quest'anno, dal Paraguay, che ha segnato un incremento record del pil (prodotto interno lordo) addirittura del 13 per cento. Dietro il Paraguay, si collocano Panama (pil in aumento del 7,5 per cento), Bolivia (più 6,4), Perù (più 5,2) e Nicaragua (più 4,6). Rallentano invcece Uruguay, Argentina e Cile. Secondo i dati della Commissione, nel 2014 sarà quella panamense l'economia più dinamica, con una crescita del sette per cento. Male invece i giganti come Argentina e Brasile, che cresceranno soltanto del 2,6 per cento. Messico, Uruguay e Venezuela si assesteranno in una forbice tra l'uno e il tre per cento. (L'Osservatore Romano, 15 dicembre 2013)