Afghanistan. Conflitti armati: proteggere i bambini (Misna)

14.05.2014 11:05

“Conflitti armati: proteggere i bambini dell’Afghanistan ” è il titolo di un nuovo opuscolo edito in lingua dari, pasthu e inglese, a cura della Missione di assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama). La nuova pubblicazione, sugli obblighi di tutte le parti in un conflitto armato a rispettare e promuovere i diritti dei bambini, secondo il diritto internazionale e il diritto islamico, è il risultato di una serie di discussioni e della collaborazione tra Unama e leader religiosi afghani, studiosi ed esperti di diverse istituzioni religiose ed accademiche.

In questi anni di guerra, la principale causa di morte e di ferite dei bambini è stata per esplosioni improvvise di ordigni (Ied), che non distinguono tra combattenti e civili . Nel 2013, l’ Unama ha documentato 1694 bambini vittime, di cui 545 morti e 1149 feriti.

Durante la presentazione fatta ieri a Kabul, Sima Samar, presidente della Commissione indipendente afghana dei diritti umani (Aihrc), ha detto che l’utilizzo di bambini da parte di gruppi armati è una questione di seria preoccupazione. “Facciamo appello alle parti armate di seguire rigorosamente la Sharia islamica e le convenzioni internazionali, ha commentato Samar e, ha aggiunto: “ bisogna evitare l’utilizzo di Ied e bombe telecomandate, che uccidono indiscriminatamente i civili e porre fine alla cultura dell’impunità nei confronti di coloro che hanno commesso crimini contro i bambini”. Al suo appello si è unito quello del professor Abdulbashir Fazil dell’università di Kabul, per cui “La Sharia protegge i diritti dei bambini dal grembo delle loro madri fino al raggiungimento dell’adolescenza”.

L’opuscolo prende in esame sei gravi violazioni dei diritti dei bambini nei conflitti armati : l’uccisione e la mutilazione, il reclutamento, l’uso e l’associazione con forze o gruppi armati, il rapimento, gli attacchi contro scuole o ospedali, gli stupri e altre forme di violenza sessuale e la negazione all’accesso dell’assistenza sanitaria.

L’evento di Kabul fa seguito al recente lancio, presso le Nazioni Unite a New York, della campagna “ Bambini, non soldati” che mira a prevenire il reclutamento e l’impiego di bambini da parte delle forze di sicurezza nazionali entro il 2016.