(Myanmar) Liberati altri oppositori, più aperta strada verso riconciliazione (Misna)

23.07.2013 17:18

Confermato il rilascio, oggi, di altri 70 prigionieri politici, a conferma della volontà espressa pochi giorni fa dal presidente Thien Sein in visita in Europa, di liberare entro l’anno tutti i condannati per ragioni ideologiche.

Un mossa attesa e che apre le porte a ulteriori scarcerazioni, ma che viene anche vista con cautela dagli attivisti politici che temono nuovi arresti in un clima più aperto verso dissenso e proposte ma tutt’altro che libero e dove si ha notizia di recenti arresti di dissidenti.

Dall’inizio del “nuovo corso” birmano due anni fa, il governo ha liberato un gran numero di prigionieri di coscienza e secondo le stime degli attivisti locali per i diritti umani ne resterebbero dietro le sbarre un’ottantina, con altri 70 attualmente sotto processo.

L’impegno preso a Londra di svuotare le carceri dai prigionieri di coscienza entro il 2013 è stato il momento culminante dalla recente visita del capo di stato birmano in Europa, dove ha raccolto la fine dell’embargo economico decretato verso il suo paese negli anni della persecuzione verso dissidenti e etnie e aperto una corsia preferenziale degli scambi commerciali tra Ue e Myanmar.

La restituzione della libertà a quanti sono stati incarcerati dal regime si affianca alle iniziative di dialogo avviate con le milizie etniche che restano ancora in conflitto aperto con le autorità centrali birmane. Rispetto a queste ultime, obiettivo dichiarato da Thei Sein è arrivare entro le prossime settimane “a un cessate-il-fuoco nazionale che per la prima volta in oltre 60 anni metterà a tacere le armi”.