(Italia) Atlante populista italiano: ciò che fanno i veri governanti

27.02.2013 11:24

Scrive Ernesto Galli della Loggia, Corriere della Sera del 27 febbraio 2013.

(...) Una classe politica che ha il senso del proprio onore e delle proprie funzioni deve essere capace di sentire quando è il momento di stare dalla parte dei suoi concittadini. Se non lo sente, ecco che allora sorge inevitabilmente a ricordarglielo il cosiddetto "populismo". Certo, il populismo si limita perlopiù a invocare comportamenti diversi, denuncia ingiustizie e ladrocini, insiste sulla moralità e sulla qualità delle persone. Non è "propositivo", come si dice, non indica vasti programmi di misure strutturali. Fa come ha fatto Grillo, appunto. Ma sarà pure lecito chiedere: c'è per caso qualcuno tra coloro che stanno leggendo queste righe che ricorda invece una vera proposta, per così dire strutturale, avanzata in questa campagna elettorale da Casini o da Bersani ? E c'è qualcuno che ha ascoltato Vendola illustrare come immaginava di finanziare l'Edel che nei suoi programmi si compiaceva di dipingere per il futuro ? Stranamente però non sono in molti a dare del populista a Vendola. (...) E però non bisognava votare Grillo - si dice - per non dispiacere ai mercati e all'Europa, per non farci massacrare dallo spread. Evidentemente però molti hanno pensato che forse la qualità dei governanti è un prius rispetto a qualunque altra urgenza. Che forse una classe politica screditata e corrotta non solo alla fine non dà alcuna vera garanzia alla stessa Unione europea, ma soprattutto (ed è cosa non da poco) non garantisce una rappresentanza e una difesa adeguate degli interessi nazionali. Questo è il punto: una classe politica chiusa nella supponenza delle sue chiacchiere e nell'impotenza del suo finto potere, la quale non ha voluto prendere atto che c'è un'Italia sempre più numerosa che non ne può più: né di lei né dei suoi partiti. Un'Italia che quindi ha fatto la sola cosa che poteva fare: se n'è inventato un altro, di partito. Praticamente dal nulla e con il nulla: affidandosi a una sorta di fool, di "matto", di buffone shaskespeariano, l'unico capace, nella sua follia, di dire ciò che gli altri non potevano. Con l'augurio - che a questo punto, immagino, è di tutti gli italiani - che alla fine, però possa esserci del metodo in quella sua follia.