(USA/Kirghizistan/Russia) Usa, Kirghizistan e Russia negoziano il futuro della base di Manas (Daniela Poddesu, Meridiani, 11 febbraio 2013)

12.02.2013 14:20

Lo scorso 17 gennaio, Robert Blake, assistente segretario di Stato americano per l’Asia centrale e del sud, si è fermato in Kirghizistan per ottenere un prolungamento della concessione della base aerea di Manas, che scadrà nel 2014.

Manas è una base di transito che gli hanno ottenuto in concessione dal Kirghizistan dall’inizio della guerra in Afghanistan nel 2001. La base è un importante punto di passaggio sia per i convogli che trasportano rifornimenti, sia per i militari in viaggio verso l’Afghanistan. La perdita della concessione causerebbe agli un esponenziale aumento dei costi delle operazioni in Afghanistan.

Attualmente i militari statunitensi giungono in Kirghizistan su voli di linea e per proseguire verso l’Afghanistan viaggiano su mezzi militari solo per l’ultimo breve tratto che separa la repubblica centro-asiatica dal territorio afghano. Partono dal Kirghizistan anche le aerocisterne destinate al rifornimento delle truppe stanziate in Afghanistan.

Il presidente kirghiso Almazbek Atambaev ha ripetuto in più occasioni di non essere disposto a concedere un rinnovo o una proroga del contratto. Il governo del Kirghizistan mira a convertire la base in un aeroporto civile internazionale. Sembrerebbe quindi che ci siano poche possibilità di riuscita per il governo americano.

Dal 2001 a oggi gli Usa hanno dovuto rinegoziare più volte gli accordi per non perdere l’utilizzo della base. Nel 2010 i voli militari in partenza dalla base sono stati sospesi per via degli sconvolgimenti interni al Kirghizistan che hanno reso impossibile la circolazione delle truppe Nato. Solo un anno prima, nel 2009, il parlamento kirghiso votò contro la presenza americana nella base e gli Usa furono costretti a rinegoziare le condizioni della loro permanenza. Ottennero di poter rimanere ma solo perché disposti a triplicare la cifra da pagare per poter utilizzare la base.

La disponibilità statunitense ad assecondare le richieste del governo kirghiso mostra l’importanza che riveste la base per le operazioni in Afghanistan e non solo. Manas consente agli Usa di avere una presenza militare continua in una regione strategica come l’Asia centrale e allo stesso tempo è un prezioso punto d’appoggio al confine con la Cina.

Blake ha affermato che le trattative per il futuro della base sono ancora in corso. Il presidente Obama e il suo omonimo afghano Karzai si sono incontrati a gennaio per discutere il numero di truppe americane che potrebbero rimanere stanziate in Afghanistan dopo il 2014, data prevista per la fine delle operazioni. Il governo americano intende però mantenere una presenza nella zona per assistere Kabul durante la fase di transizione.

Il governo kirghiso e il presidente Atambayev non sembrano disposti ad assecondare i piani Usa. A rendere il presidente tanto determinato è la promessa di sostegno ricevuta da Mosca. La Russia non ha mai visto di buon occhio la presenza americana in Asia centrale. Probabilmente per questa regione si è offerta di aiutare il presidente kirghiso Atambaev a trasformare la base in aeroporto civile. Oltre a promettere sostegno economico-finanziario, Mosca si è detta disposta a destinare al Kirghizistan ingenti aiuti militari e a corrisponderle il mancato guadagno derivante dalla perdita dell’affittuario statunitense.

La presenza della Russia come terza parte coinvolta nella trattativa ha complicato la posizione degli Stati Uniti. Durante la conferenza stampa tenutasi il 17 gennaio Blake ha sottolineato che nel 2012 gli Stati Uniti hanno pagato al Kirghizistan ben 200 milioni di dollari in tasse, canoni e altre spese per Manas. Sono stati destinati al paese anche 40 milioni di dollari in aiuti solo per il 2012.

L’intento era probabilmente quello di rimarcare quanto sia importante la collaborazione con gli Usa per il Kirghizistan. Ma lo stesso Blake è cauto, e alla domanda dei giornalisti sulla possibilità di sostituire la base di Manas con quella di Shymkent in Kazakistan, non ha risposto prendendo una posizione netta, e ha detto di non voler speculare sulle trattative in corso.

I negoziati a tre per la gestione della base non sono nuovi a nessuna delle parti coinvolte. Anche nel 2009 la Russia propose al Kirghizistan un ingente piano di aiuti in cambio della cacciata degli Stati Uniti dalla base. In quel caso Washington accettò di pagare il triplo di quanto avesse pagato fino ad allora per l’affitto della base e ottenne di poter continuare le operazioni sino al 2014.

Il segretario di stampa del presidente Atambaev, Kadyr Toktogulov, ha rilasciato una dichiarazione all’agenzia di stampa Interfax in cui dichiarava che il Kirghizistan e alcuni paesi partner, anche Russia e Stati Uniti, stanno lavorando per la trasformazione di Manas in aeroporto civile. Questa dichiarazione e il fatto che Blake non abbia escluso la possibilità per il governo americano di utilizzare la base kazaka di Shymkent rendono ancor più difficile fare pronostici sul futuro della base kirghisa.