Giudizio storico (13 febbraio 2014)
Scrive L'Osservatore Romano che "si rafforza in Pakistan il fronte delle donne attentatrici suicide". "(...) L'allarme è stato lanciato durante i colloqui tra ladelegazione del Governo e quella dei talebani (...) diretti a trovare una soluzione negoziale che ponga fine alle violenze. Rappresentanti della delegazione talebana (...) hanno affermato che al momento sono più di cinquecento le donne che i guerriglieri stanno addestrando nei loro campi, non è dato sapere se per convinzione o per coercizione, per farle diventare attentatrici suicide. (...)"
Scrive L'Osservatore Romano che gli Stati Uniti pensano al dopo Karzai. "Sembra ormai insanabile la frattura fra gli Stati Uniti e il presidente afghano, Hamid Karzai. Come sottolinea (...) The Wall Street Journal, Washington ha perso la speranza di far firmare a Karzai, in tempi brevi, l'accordo sulla sicurezza. E l'opzione più probabile è ora quella di attendere l'elezione del nuovo presidente afghano, il cui nome uscirà dalle urne il prossimo 5 aprile, per intavolare una nuova intesa con il Paese asiatico. Anche fonti del Pentagono, citate sempre dal Wall Street Journal, confermano che la distanza tra i due interlocutori si sta ampliando invece che riducendo. Ad aggravare la tensione è stato l'accordo sulla sicurezza per il dopo 2014, ma in realtà è da temnpo che tra Washington e Karzai i rapporti non sono più idilliaci. (...)"
Scrive L'Osservatore Romano che vi sono trecentomila profughi nell'ovest dell'Iraq. "Richiano di provocare una crisi umanitaria su vasta scala i combattimenti che nell'ovest dell'Iraq oppongono da settimane i miliziani di Al Qaeda e di altre formazioni estremiste sunnite da un lato e le forze governative dall'altro. Infatti, come ha denunciato (...) l'Alto commissario dell'Onu per i rifugiati (Unhcr), sono trecentomila, al momento, le persone che nella turbolenta provincia di Al Anbar sono state costrette a lasciare la propria abitazione per sfuggire alle perduranti violenze. I profughi provengono in gran parte dalle città di Ramadi e Falluja, e si aggiungono agli 1,1 milioni di sfollati che ancora non hanno potuto fare ritorno alle loro case dopo il conflitto tra sciiti e sunniti che ha segnato l'Iraq tra il 2006 e il 2007."
Scrive L'Osservatore Romano del passo in avanti per l'Alleanza del Pacifico. "Colombia, Cile, Messico e Perù hanno firmato un accordo che elimina, con azione immediata, i dazi sul 92 per cento dei prodotti commerciali. Scopo della firma è quello di aumentare gli scambi e conquistare i mercati della regione Asia-Pacifico, attraendo gli investimenti esteri. E' inoltre prevista la liberalizzazione per i capitali e libero accesso alle persone che possono viaggiare senza visto di ingresso. L'accordo segna un passo avanti decisivo per l'Alleanza del Pacifico formata un anno fa a Lima. (...) L'Alleanza, che prevede inoltre, l'eliminazione progressiva del restante otto per cento delle tariffe doganali, raggruppa allo stato attuale una popolazione di 212 milioni di persone e rappresenta il 36 per cento del prodotto interno lordo della regione dell'America Latina e dei Caraibi."
L'Osservatore Romano scrive che Barclays taglia posti di lavoro ma aumenta i bonus. "Barclays ha annunciato una decisione assai discutibile: taglierà quest'anno tra diecimila e dodicimila posti di lavoro, settemila dei quali in Gran Bretagna, per ridurre i costi. Ma nello stesso tempo aumenta i bonus per i suoi dipendenti. A confermare questo scenario è stato (...) l'amministratore delegato, Antony Jenkins, il quale ha detto che tali decisioni rientrano nel vasto piano di ristrutturazione del colosso britannico dopo la serie di scandali che l'hanno colpito. "Alla Barclays noi crediamo che si debba pagare per le prestazioni e per la competitività" ha detto Jenkis alla Bbc, sottolineando che la banca intende puntare sui "migliori banchieri". L'amministratore delegato ha quindi affermato: "Noi operiamo in molti Paesi in tutto il mondo e competiamo per i talenti nel mercato globale". (...)"
Scrive Marco Demarco sul Corriere della Sera del fallimento, a Bagnoli, del grande sogno del Sud. "Nella grande diga del Paese reale, ogni tanto si apre una falla. Per anni nessuno provvede, o provvede male, e col tempo sono guai. Per capire perché il Sud è ancora in gran parte impantanato basta avvicinarsi alla falla di Bagnoli. (...) Quella di Bagnoli poteva essere la grande occasione del sindaco arancione. Come avrebbe potuto esserla in passato per Antonio Bassolino, leader della sinistra per quasi un ventennio. Entrambi forti di un iniziale rapporto con l'intellighentia ambientalista e i movimenti di lotta, de Magistris e Bassolino avrebbero potuto fornire tutte le garanzie per una grande trasformazione urbana non speculativa. E invece si sono fatti prendere dalla paura del cemento e dall'irresistibile tentazione utopistica, sebbene Bassolino abbia poi pubblicamente riconosciuto l'errore. Risultato: quello di oggi sarà il terzo fallimento politico-strategico in un quarto di secolo. La riprova di come lo Stato, sia al centro sia in periferia, ad un certo punto, dopo i successi degli anni Cinquanta e Sessanta, non è più riuscito a trovare la strada per lo sviluppo. (...)"
Dal Sole 24 Ore riprendiamo alcune news di economia & finanza:
- Anche Brandes punta sulle Telecom risparmio. Dopo Massachusetts Financial Services un altro big istituzionale denuncia il possesso a fine 2013 di oltre il 5% delle azioni senza diritto di voto. Le segnalazioni alla Sec: due fondi Usa hanno già raccolto più dell'11% di questa categoria di azioni. Suggestioni in Borsa: sul mercato fioriscono le ipotesi. Dalla scommessa su una fusione con Telefonica a quella di una conversione da decenni in stand-by.
- Intesa-Unicredit, due dossier sui crediti. Oltre alla newco sulle partite ristrutturate i due gruppi con Kkr starebbero valutando un veicolo per le sofferenze che emetterà bond. Si valuta la conversione in equity dei debiti di imprese con fatturato fino al miliardo. A caccia di rendimenti: le eventuali obbligazioni che verranno emesse trovano già un certo interesse da parte di investitori istituzionali esteri.
- Bpm, Castagna presenta la road map. Il pacchetto sarà sottoposto ad aprile all'approvazione dell'assemblea. Le tappe: entro fine marzo l'ad vuole varare l'aumento di capitale, riformare la governance, realizzare il piano industriale e definire il budget.
- Canale di Panama, trovata l'intesa con Sacyr-Salini. La Acp annuncia un accordo preliminare dopo un lungo braccio di ferro. Una settimana per la firma finale. Cofinanziamento dei costi per 1,6 miliardi.
- Indesit, corsa a nove per il socio estero. La short-list a marzo. Bilancio 2013 di tenuta. Effetto recessione: ricavi in calo a 2,6 miliardi, utili in caduta (3,2 milioni). Sengali incoraggianti da Uk, Francia e Italia per il 2014. L'incognita Russia.
- La Francaise al 40% di Tages Capital. Alleanza nel settore dei fondi hedge. I numeri dell'accordo: il gruppo di risparmio gestito controllato dal Credit Mutuel cederà alla partecipata la gestione di attivi per un miliardo di dollari.
- Finmeccanica, ordini per 1,1 miliardi. Al Singapore Air Show Atr ha siglato contratti per 880 milioni di euro, bene Augusta Westland. Tra i clienti ci sono Dubai Aerospace Enterprise e Bangkok Airways. Commessa sostanziosa: la società di leasing degli Emirati Arabi Uniti ha acquistato 20 Atr 72-600 con l'opzione di comprarne altri 20 nel giro di pochi anni.
- Alitalia-Etihad, vertice sui numeri della due diligence. Verso l'incontro Del Torchio-Hogan. Le trattative: la stretta sull'accordo non è vicina, ma il tour italiano servirà a mettere a fuoco alcuni tasselli, a cominciare dal ruolo delle banche.
- Pechino fa incetta di materia prime: import da primato. Petrolio Wti oltre 100 dollari dopo la bilancia commerciale. Ma le cifre non convincono gli analisti.
- Sul mercato del riso incombe la fine delle misure thailandesi. Il prezzo nei prossimi mesi potrebbe crollare. Verso il collasso: il governo non ha più soldi né potere per prorogare i piani con cui ha accumulato scorte equivalenti a un terzo dei consumi mondiali.
- Nigeria. Shell, Eni e Total vicini a cedere quote. Dovrebbe svolgersi martedì prossimo, 18 febbraio, l'asta finale per la cessione delle quote di quattro giacimenti nigeriani alle quali Royal Dutch Shell, Total ed Eni hanno rinunciato (rispettivamente si tratta di quote del 30, 10 e 5%). Lo scrive la Reuters, aggiungendo che tra le società intenzionate a presentare offerte - obbligatoriamente in partnership con soggetti locali - ci sono due tra le maggiori case di trading mondiali: Glencore Xstrata e Mercuria. Il valore complessivo degli asset è di circa 3 miliardi di dollari.
- Stati Uniti. Cameron Lng ottiene via libera a export gas. Il dipartimento per l'Energia statunitense ha concesso a un sesto impianto il via libera a esportare ovunque nel mondo Gas naturale liquefatto (Gnl). Si tratta di Cameron Lng, progetto di Sempra Energy in Louisiana, che potrà così esportare fino a 1,7 miliardi di piedi cubi di gas al giorno, Le autorizzazioni rilasciate finora consentono un export di quasi 8,5 miliardi di piedi cubi al giorno a regime.